Adorno spiega il significato delle ricerche condotte all’Università di Berkeley alla fine della Seconda guerra mondiale “sul ruolo e la configurazione della struttura caratteriale autoritaria” esposte nel libro “La personalità autoritaria”. Esse “sono collegate alle indagini sugli agitatori, in quanto una serie di categorie – come quelle del pensiero stereotipato, del sadismo camuffato, dell’adorazione del potere, del cieco riconoscimento di tutto ciò che è forte e possente – sono impiegate nell’uno come nell’altro caso. Il materiale delle ricerche proviene però direttamente dalla popolazione. Si tratta di una combinazione di ciò che in senso lato si suole chiamare “sondaggio”, con indagini di psicologia del profondo che si servono in larga misura di concetti e metodi freudiani. Il tema è l’interazione tra la concezione politica del mondo e le aspirazioni psichiche individuali”.
«Ci si può… equiparare al piccolo grande uomo, eppure guardare a lui con ammirazione: egli soddisfa il bisogno di vicinanza e calore, nonché di conferma di quel che pur sempre si è; ma anche il bisogno di una “figura ideale” a cui sottomettersi con gioia. La divisione del mondo in pecore bianche e nere tende a far leva sulla vanità. I buoni sono sempre dipinti come quelli a cui si assomiglia, e lo schema risparmia la fatica di dimostrarsi buoni, giacché tutto è già stato deciso in partenza. Dal canto loro i cattivi forniscono la parvenza di una legittimazione per scatenare i propri istinti sadici, invocando la giusta “punizione” contro quelle che sono di volta in volta le vittime designate. Infine l’esibizione del proprio isolamento e della propria solitudine non contribuisce solo a eroicizzare la figura del duce – l’eroe della tradizione è sempre solitario – ma placa anche il sospetto universalmente diffuso verso la propaganda e la pubblicità, che fiuta giustamente nell’oratore l’agente di persone interessate che si nascondono dietro le quinte. Con il suo discorso, infine, l’agitatore cerca sempre di fornire al pubblico un soddisfacimento sostitutivo. Chi ascolta è cosí indotto ad allontanarsi dalla realtà e ad accontentarsi in generale di surrogati.
L’interesse per questa sfera dell’istupidimento praticato consapevolmente… non è meramente accademico. Conoscendo il modesto repertorio di trucchi e la natura del loro effetto, dovrebbe essere possibile “vaccinare” le masse, metterle in condizione di riconoscerli, non appena si imbattono in essi, come strumenti scaltri ma logori. Chi si rende conto degli effetti a cui si mira, non ne sarà piú la vittima ingenua, ma si vergognerà di mostrarsi così stupido come lo considerano i demagoghi. Opuscoli sobriamente chiarificatori in grado di stimolare tali resistenze, la collaborazione della radio e del cinema, l’elaborazione dei risultati scientifici a uso delle scuole: sono tutti mezzi pratici per prevenire energicamente, in futuro, il pericolo di un nuovo delirio di massa nazionalpopolare. La programmazione e l’uso di questi strumenti è oggi un compito non meno attuale della prevenzione di altre malattie ed epidemie contagiose.»
Theodor W. Adorno, La personalità autoritaria.