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Qualità dell’aria 2024

I primi dati diffusi dal Snpa

by Redazione
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Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente ha recentemente pubblicato “i primi dati relativi all’andamento della qualità dell’aria nel corso dell’anno 2024”.

Accanto a:

  • Valle d’Aosta (concentrazioni medie annuali di PM10 e PM2.5 in linea con quelle del 2023 e abbondantemente inferiori ai valori limite);
  • Piemonte (valore limite della media annuale per il PM10 mai superato);
  • Liguria (alcuni superamenti di diversi valori);
  • Lombardia (rispettati i limiti relativi a PM10, PM 2.5, NO2);
  • Veneto (2024 tra gli anni migliori degli ultimi venti);
  • Friuli-Venezia Giulia (rispetto dei limiti per gran parte degli inquinanti);
  • Emilia-Romagna (valori annuali rispettati);
  • Marche (valori rispettati, a meno dell’Ozono);
  • Toscana (criticità per PM10 e Ozono);
  • Lazio (valori rispettati);

c’è anche la Campania. E vediamo com’è andata.

Da una prima analisi dei dati di qualità dell’aria misurati nel 2024 in Campania, si rileva, per la totalità delle stazioni della rete regionale, una media annua per il PM10 inferiore al valore limite stabilito dal decreto legislativo 155 del 2010, pari a 40 µg/m3 (microgrammi per metro cubo); invece, nove stazioni di monitoraggio (Caserta-Scuola Settembrini, Napoli-Ospedale Nuovo Pellegrini, Acerra-Zona Industriale, San Vitaliano-Scuola Marconi, Acerra-Scuola Caporale, Volla- Via Filichito, Teverola-Via San Lorenzo, Pomigliano d’Arco-Area Asi e Aversa-Scuola Cirillo), tutte ricadenti nell’agglomerato Napoli-Caserta, hanno superato per oltre 35 giorni nel corso dell’anno solare la soglia media giornaliera di 50 µg/m3.

Per quanto riguarda il PM2.5, i valori medi annuali si attestano in tutte le stazioni di monitoraggio al di sotto del valore limite pari a 25 μg/m3.

Per il biossido di azoto (NO2) il limite della media annuale (40 μg/m3) è stato superato in quattro stazioni dell’agglomerato Napoli-Caserta (Napoli-Museo archeologico nazionale, Napoli-Ferrovia, Napoli-Ospedale Santobono e Teverola-Via San Lorenzo); tuttavia, per detto inquinante, non si rilevano sforamenti del numero massimo di superamenti (pari a 18) del limite medio orario di 200 μg/m3.

In merito all’ozono, in cinque stazioni della rete, di cui tre di fondo (Napoli-Parco Virgiliano, San Vitaliano-Scuola Marconi e Ariano Irpino) e due industriali (Marcianise-Regi Lagni e Teverola-Via San Lorenzo) si è osservato il mancato rispetto del valore obiettivo per la protezione della salute umana (media su 8 ore superiore a 120 µg/m3 da non superare più di 25 giorni all’anno).

La soglia oraria di informazione, pari a 180 µg/m3, è stata superata in cinque stazioni di monitoraggio (Napoli-Parco Virgiliano, San Vitaliano-Scuola Marconi, Ariano Irpino, Benevento- Campo Sportivo e Marcianise-Regi Lagni), mentre non sono stati registrati superamenti della soglia di allarme (pari a 240 µg/m3).

Come ha scritto il Direttore Generale di Arpa Campania, Stefano Sorvino (https://www.genteeterritorio.it/arpac-bilancio-di-fine-anno-e-prospettive/), “le criticità si rilevano principalmente nell’agglomerato Napoli-Caserta per il biossido di azoto e per l’ozono nonché per il particolato sospeso PM 10 e PM 2.5, mentre rilevano per le emissioni in atmosfera i trasporti stradali e da altre sorgenti mobili, i sistemi di riscaldamento, gli impianti di combustione industriali, l’agricoltura anche per effetto di abbruciamenti ed incendi boschivi, oltre all’apporto naturale delle polveri sahariane”.

Poi si sono aggiunti i botti di capodanno, di cui vi abbiamo già dato conto (https://www.genteeterritorio.it/come-andata-in-campania-con-i-botti-di-capodanno-2025/) e sui quali torneremo cercando di capire come incidono sulla qualità dell’aria aldilà del picco nelle polveri.

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