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Il pasticcio De Luca

PD partito americano in salsa italica

by Bruno Gravagnuolo
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Venerdì 10 gennaio ho partecipato al comune di Cava de’ Tirreni ad una serata dedicata all’Europa e alle città oggi, con il sindaco Vincenzo Servalli, con Piero De Luca figlio del monarca Vincenzo e con l’onorevole Iannuzzi del Pd. Si parlava ovviamente della crisi europea sotto la sferza di Trump e della marea nera di destra. Non vi annoio con la consueta analisi che vengo in genere svolgendo anche su Gente e territorio e che ho riproposto in altra forma anche dinanzi all’uditorio cavese: Trump continuazione di Biden con altri mezzi, Europa inerme e subalterna alla geopolitica USA.

Il tema di cui voglio parlare invece è un altro. Ho potuto sbirciare la situazione locale e farmi una idea più precisa dei guasti generati dal Pd e dal maggioritario in regione e nei comuni. Specie in Campania. Premetto: non sono contro l’elezione diretta del sindaco e del governatore (brutto termine). Sostengo però che il partito trasversale senza identità e appartenenza, il Pd, ha generato mostri al vertice e nei territori. Tendenza al partito personale, al centro e nelle regioni. Notabilato, deficit democratico, clientelismo, voto di scambio, cambi di casacca, estraniazione dalla politica e arbitrio.

De Luca ne è un esempio. Grande personalità, capace, autoritario, familista, ha costruito un suo partito non sradicabile. Sia che la Corte bocci il terzo mandato, sia che lo lasci passare. Nel primo caso ha molte chance di vincere o di spaccare il centro sinistra, consegnando alla destra la Campania. Nel secondo caso, contratterà col Pd e lo condizionerà alle regionali con la sua lista civica, e in ogni caso tornerà a candidarsi a sindaco di Salerno. E’ un feudo organizzato il suo e non lo schiodi. Nato dalla disgregazione personalistica del Pci/Pds/Ds/Pd. L’ultimo dei quali è una confederazione di correnti politiche. Partito americano in salsa italica.

Bene. Adesso a Cava si profila la fine della sindacatura, di un bravo sindaco che viene dal Pds che dopo due mandati vuol correre alla regione. Ha due problemi. Lasciare un successore e non consegnare alla destra il comune. Infine, interloquire sulla sua candidatura e sul destino di Cava col Pd.

Ma che cosa è oggi il Pd in Campania? E’ comunque De Luca, in rotta col partito che come tale è solo un commissario! Già perché il Pd di Schlein è commissariato e ciò che residua è solo deluchismo, ovunque. Quel deluchismo che negli anni ‘90 ha sbaragliato il bassolinismo, altra forma e in anticipo di partito personale.

Dunque il povero e ottimo Servalli, che ha ben governato Cava e che deluchiano non è, dovrà comunque avere il placet di De Luca di qui a breve, oltre che del Pd, e sta in ambasce. Mentre la destra avanza e può tagliare il blocco di centro sinistra già diviso come lama nel burro. Non ci soffermiamo sulla tattica e su eventuali consigli da dare a Servalli in questo frangente. Quel che intendiamo dire è che la logica del maggioritario e della cosiddetta vocazione maggioritaria specie al sud ha distrutto la partecipazione, aggravato il clientelismo e il malcostume, aumentato la frammentazione e il trasformismo tra liste civiche, voto di scambio, e rapporti fiduciari: si vota la persona! Conta il singolo che promette e porta voti. E creato una situazione ottocentesca fatta di piccoli e grandi ras nei territori. E non già la tanto sbandierata democrazia decidente “oltre” il ‘900.

E il Pd è stato ed è parte integrante del problema. Per questo il Pd va cambiato con congressi veri e una genuina identità di sinistra riformatrice, una identità di appartenenza, altrimenti la destra che è ben radicata nella società ne farà polpette.

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