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Libera a Pagani, in memoria di Marcello Torre.

Ucciso 44 anni fa

by Anna Di Vito
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È Teresa Fiore referente del presidio di Libera a Pagani ad introdurre il lungo convegno in memoria della morte di Marcello Torre.

Libera mette al centro del suo impegno la formazione civile, offrendo a docenti, educatori e ragazzi strumenti educativi per creare percorsi di inclusione e attivazione civica.

Ed è proprio con Libera che si è attivata una rete di percorso civico che include anche la premiazione intitolata a Marcello Torre, avvocato penalista e sindaco di Pagani ucciso dalla camorra l’11 dicembre del 1980, esattamente 44 anni fa.

 

 

“Qui ci onoriamo con l’aiuto della famiglia e di Annamaria Torre di ricordare Marcello Torre. Col nostro impegno di giustizia nella lotta alle mafie nel nome anche di Marcello. Sono passati 44 anni e ancora oggi ci chiediamo se è cambiato qualcosa. L’ ombra della cultura della camorra a Pagani come in tutta la Campania è ancora presente. In altre forme, non più quelle delle pistole fumanti. Abbiamo bisogno di mettere in pratica i principi di Marcello Torre, volto buono e onesto della politica, un amministratore che ha perso la vita perché ha tutelato i suoi cittadini. Come avvenne anche al sindaco Angelo Vassallo, la cui svolta delle indagini delle ultime settimane, seppur ha lasciato un po’ di amarezza e nell’ attesa dell’esito del processo, è stato un sindaco che ha difeso la sua Terra, la città di Pollica. In questa città, a Pagani, abbiamo delle risorse importanti. È vero che Marcello sognava una Pagani Civile e Libera, e in quella lettera prima di essere ucciso, lui lasciò come testamento un monito “Siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile.”

Intervenuti la vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Paola Ianni che ricorda Marcello Torre come un validissimo Avvocato, leale, corretto, fedele alla deontologia professionale che devono contraddistinguere questa professione.

La vicepresidente saluta l’avvocato Aldo Di Vito, ex sindaco di Nocera Inferiore, presente nella platea, punto di riferimento degli avvocati dell’Agro e di Salerno, dove l’anno scorso fu intitolata la nuova palazzina giudiziaria all’avvocato Dino Gassani, anche lui brutalmente assassinato per non aver rinunciato a quei valori sopracitati.

Vari i sindaci dell’Agro Nocerino Sarnese e di fuori regione in platea alla commemorazione. Presente anche il viceprefetto di Salerno.

La Presidente della Corte d’Appello di Salerno. Il Commissario Capo della Polizia di Stato di Salerno in rappresentanza del questore di Salerno ed il Comandante del Reparto Territoriale dell’Arma dei Carabinieri dell’Agro Nocerino Sarnese.

Premiate dall’Associazione Marcello Torre per il loro impegno civile Rosy Bindi ex presidente della commissione parlamentare antimafia, ed Elena Ciccarello, giornalista e direttrice responsabile della testata “Via Libera”.

Entrambe hanno ribadito la necessità di rimanere vigili nell’ impegno civile per difendere le roccaforti della democrazia, nel Parlamento come nella libertà di informazione.

Non è un caso che Elena Ciccarello ha ribadito che un giornalista senza nemici, non è un bravo giornalista.

Ha sottolineato la necessità dell’informazione di essere attenta nel raccontare il contesto in cui avvengono i fatti, soprattutto quelli negativi, e non in modo superficiale.

 

 

Annamaria Torre, la figlia, si racconta.

“La morte di mio padre segnò per la nostra famiglia e per l’intera comunità paganese un colpo durissimo. Mia madre Lucia se n’è andata dopo una vita spesa per tenere viva la memoria di suo marito e chiedere per lui verità e giustizia. La giustizia terrena è arrivata dopo oltre venti anni di attesa e ci ha lasciato ancora l’amaro in bocca, attribuendo la responsabilità dell’omicidio di Marcello a Raffaele Cutolo, condannato come mandante, ma di fatto non prendendo in alcuna considerazione la matrice politica del delitto. Eppure Marcello aveva scritto chiaramente, in una lettera datata 30 maggio 1980, dunque ben prima del suo assassinio e anche del terremoto del 23 novembre, che di certo fu un elemento determinante nella decisione di decretarne la morte, e consegnataci solo dopo la sua fine, di avere intrapreso una battaglia politica assai difficile e di temere per la sua vita”.

Premiato anche il professore Paolo Vittoria, docente di Pedagogia generale e sociale all’Università Federico II di Napoli, che ha portato al centro del dibattito l’importanza dell’educazione come strumento per costruire una società più consapevole, giusta e capace di resistere alle sfide del presente.

Premio anche all’Associazione delle vittime della Strage del Treno Rapido 904, un momento dedicato al ricordo di chi ha perso la vita in quella tragica giornata per mezzo di un ordigno esplosivo sistemato su uno dei vagoni, nel quarantesimo anniversario di questa terribile strage che si colloca nel doppio filone di azione della strategia della tensione del terrorismo rosso e nero, e dell’aggressione alla società civile da parte della criminalità organizzata.

A margine dell’evento l’avvocato Aldo Di Vito, amico e collega di Marcello Torre, poi successivamente vicino alla famiglia, ha ribadito ciò che ha sempre sostenuto anche la vedova Torre e la figlia Annamaria.

“L’ assassinio di Marcello fu un’esecuzione politica. Le tracce ce le ha lasciate lui stesso in quella lettera testamento. Ma si preferì attribuire solo alla Camorra la sua uccisione.”

 

 

 

Anna Di Vito. Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.