fbpx
Home Recensioni “Storia senza eroi”, di Piero Marrazzo

“Storia senza eroi”, di Piero Marrazzo

La presentazione a Nocera Inferiore

by Anna Di Vito
0 comment

“Il punto di partenza di questo racconto è l’Italia per poi approdare negli Stati Uniti e chi lo firma è il giornalista e politico Piero Marrazzo.”

 

Così si legge nella prefazione del libro di Piero Marrazzo “Storia senza eroi” edito da Marsilio Specchi, presentato alla Sala Polifunzionale della Galleria Maiorino nell’Ambito della Rassegna letteraria Nocera città che Legge patrocinata dal Comune di Nocera Inferiore, dall’Assessorato alla Cultura ed in collaborazione con la Mondadori Bookstore di via Matteotti a Nocera Inferiore.

La serata è stata presentata e condotta dalla giornalista Patrizia Sereno, che ha introdotto e dialogato con l’autore, assieme al fratello di Piero, Gianpiero Marrazzo, anch’egli giornalista.

Alla presenza del Sindaco e di altri rappresentanti delle Istituzioni Nocerine, in una sala gremita, con una platea soprattutto femminile, un’ora e poco più di presentazione del libro di Marrazzo, figlio del noto giornalista di inchiesta Joe Marrazzo, è trascorsa come un fiume in piena.

Una piena di verità, quelle di più piani narrativi, come ci spiega Gianpiero, il fratello più giovane, ed una piena intimistica e profonda, quella raccontata da Piero Marrazzo.

Patrizia Sereno visibilmente appassionata e commossa dialoga a cuore aperto con l’autore e con la platea.

“Piero è un uomo che non le manda a dire, un giornalista, un politico, un padre, un figlio, attraverso questo libro egli riesce a dare un senso a recuperare quel papà, Joe Marrazzo, un giornalista che non lo fermava nessuno, ma che quando doveva parlare della sua vita privata, il disagio lo rendeva impacciato, la città ti ha abbracciato nel Casale del Pozzo, dove Joe, tuo padre, è nato. Però voglio chiederti se oggi come allora il Giornalismo è ancora un pilastro di libertà.”

Piero Marrazzo osserva con attenzione le persone, le scruta, come soltanto un vero giornalista vecchio stampo è in grado di fare. Poi si libera, come se fosse ancora in quello studio di psicoanalisi con cui comincia la narrazione del suo libro.

 

 

“Sono qui per guardarvi negli occhi perché, quando accadde quello scandalo, una certa stampa superficiale volle fortemente costruire una storia cucitami addosso in cui io fossi il colpevole, colpevole a tutti i costi di qualcosa.

Posso soltanto dire che io non sono mai stato indagato né processato, sono stati invece processati e condannati quei carabinieri infedeli, arrestati dai carabinieri fedeli, che sono la stragrande maggioranza dell’Arma dei Carabinieri, che mi incastrarono in una vicenda senza reati.

Mi avevano legato a leggende urbane, a millantati incastri giudiziari. La magistratura ha portato a galla la mia totale estraneità a qualsivoglia reato o mio collegamento ad essi. Perché io non ho tradito nessun patto etico con la mia professione né come governatore della regione Lazio sono mai stato indagato. Il caso Marrazzo non c’ è.

Non esiste. È un’invenzione mediatica.

Ringrazio l’amministrazione di Nocera Inferiore perché siete presidio di democrazia e mi presento ad un pubblico soprattutto di donne, per dire che in questo libro troverete me e delle donne, mia madre e le mie figlie che un paio di anni fa, Giulia, Diletta e Chiara mi dissero: “papà adesso basta, tu e noi non siamo un caso, tu e noi non sei mai stato colpevole di nulla.”

Dichiaro oggi qui pubblicamente che io sono stato invece colpevole.

Sono stato colpevole verso mia moglie e le mie figlie perché le ho lasciate sole di fronte all’onda mediatica che quel giorno dello scandalo si è abbattuta su di loro.

Sono stato colpevole di essere uscito da via Gradoli con una vergogna tale che mi impediva di parlare, di capire subito cosa stesse accadendo.

Il libro vi porta anche a Nocera Inferiore, perché è anche una storia di amori mancati, di diritti negati, è la storia di mia mamma e mio padre che si innamorarono.”

Gianpiero il fratello che per la prima volta dopo 45 anni scopre dove è nato il loro padre, Joe, risponde anche lui alla domanda sul Giornalismo attuale.

“Il Giornalismo dell’ epoca di mio padre non c’è più, quello era un Giornalismo in cui si arrivava, non si partiva, come oggi, da una tesi.

Il fatto che questa platea sia principalmente di donne conferma che forse le donne sono coloro che giudicano meno o che riescono a perdonare di più. Piero ha commesso da antieroe, come titola il libro, Terra Senza Eroi, il più alto atto di verità che si possa esprimere, perché nella vita reale gli eroi non esistono, esistono solo gli antieroi, ecco perché credo al Giornalismo verità e questo libro è Giornalismo verità, come atto di coraggio.

Il Giornalismo adattato alla superficialità del pubblico non sarà mai degno di essere chiamato Giornalismo.”

Piero Marrazzo si racconta rivelando che attraverso il libro sentiva di poter ritornare tra le persone e a parlare con la gente, perché il libro è stato un viaggio personale che è diventato un viaggio collettivo. Perché la caduta, lo scandalo, lo portò ad andare negli USA a cercare le radici di sua madre, bellissima donna italo americana, ragazza madre, come si diceva una volta, oggi madre single, che per l’epoca era considerato un tabù, e che dovette superare il duro giudizio delle zie Nocerine, sorelle del padre, come una volta le anteprime teatrali per Napoli passavano per Nocera.

La excasa Marrazzo, situata a Casale del Pozzo, è stata insignita dall’ Amministrazione Comunale di Nocera Inferiore di una targa in onore di Joe Marrazzo.

Piero ha dichiarato che la morte per cause naturali di suo padre, a 56 anni , nel 1985, gli ha quasi sicuramente evitato una morte violenta, in quanto le sue inchieste sulla camorra lo avevano esposto a varie minacce di morte.

 

Anna Di Vito. Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.