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LE CITAZIONI: Raboni, Città dall’alto

by Ernesto Scelza
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Giovanni Raboni, poeta, critico teatrale e traduttore, esponente della corrente poetica “lombarda cresciuta attorno a Eugenio Montale, ci ha lasciato versi memorabili tesi a cogliere la realtà profonda delle persone e delle cose: “Mi sembrava che una poesia fosse un vetro attraverso il quale si potevano vedere molte cose – forse, tutte le cose”. 

 

Queste strade che salgono alle mura

non hanno orizzonte, vedi: urtano un cielo

bianco e netto, senz’alberi, come un fiume che volta.

        Da qui alle processioni

dei signori e dei cani

che recano guinzagli, stendardi

reggendosi la coda

ci saranno novanta passi, cento, non di piú: però piú giù, nel fondo della

         città

divisa in quadrati (puoi contarli) e dolce

come un catino… e poco piú avanti

la cattedrale, di cinque ordini sovrapposti: e proseguendo

a destra, in diagonale, per altri

trenta o quaranta passi – una spanna: continua a leggere

come in una mappa – imbrocchi in pieno l’asse della piazza

costruita sulle rocciose fondamenta del circo

romano

grigia ellisse quieta dove

dormono o si trascinano enormi, obesi, ingrassati

come capponi, rimpinzati a volontà

di carni e borgogna purché non escano dalla piazza! i poveri

della città. A metà tra i due fuochi

lì, tra quattrocento anni

impiantano la ghigliottina.

Città dall’alto.