Ma come si può solo pensare in una pubblica assemblea, nel momento istituzionale della costituzione della Fondazione Giulia Cechettin, di esprimersi in maniera così discutibile e con dati non veritieri. Sto parlando ovviamente del Ministro della Repubblica Italiana Valditara che nel suo videomessaggio alla Fondazione ha detto il patriarcato non c’è più, le violenze sessuali aumentano a causa dell’immigrazione.
Partirei dalla mancanza di sensibilità istituzionale e umana del Ministro che, senza possibilità di contraddittorio, ad una famiglia distrutta dal dolore ma che in quella perdita sta cercando di trovare la forza per rinascere nel nome di Giulia, nega l’evidenza di un feroce assassinio perpetrato da un italiano per giunta dominato dal demone del patriarcato, se con esso banalmente intendiamo la volontà di possesso del maschio, “le braci del patriarcato” (come le ha chiamate Massimo Recalcati). Stiamo parlando della cultura patriarcale, di quella che ancora si respira nelle famiglie, italiane e non, e nei luoghi di lavoro, non certo di un istituto politico che come ricordava il Ministro è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975.
Parliamo di mentalità, di formazione umana e psicologica che trova in primis nella famiglia e poi nella scuola i luoghi in cui definirsi. E se è vero che per esempio l’omicidio di Saman Abbas è nato in un ambiente familiare chiuso nella conservazione di tradizioni, quanti nomi di vittime italiane dovremmo fare per convincere il Ministro che gli italiani hanno ancora tanta strada da fare per poter considerare superato il dislivello di genere?
Italiani brava gente, sostiene il Ministro: il diverso, lo straniero sono il pericolo vero perché la loro marginalità e devianza nasce da un’immigrazione illegale. Stereotipi di una propaganda superata.
Secondo l’Istat tra il 2010 e il 2018 gli italiani erano il 60% degli imputati per violenza sessuale, l’86% per stalking e il 75% per maltrattamenti in famiglia. Il Viminale in occasione del 25 novembre 2023, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha fornito questi dati: secondo il report della polizia criminale le violenze sessuali e di genere nel loro complesso sono perpetrate al 28% da autori stranieri. Oltre il 70% delle violenze è da attribuire a cittadini italiani, e ogni anno il dato si riconferma sostanzialmente simile, indipendentemente dall’arrivo di migranti in Italia.
Cosa ci saremmo aspettati da Valditara anche alla luce dei due anni di governo già trascorsi: un maggiore impegno a garantire risorse adeguate per l’istruzione, per esempio per l’apertura pomeridiana delle scuole con progetti di prevenzione o semplicemente di aggregazione perché possano stabilirsi corrette relazioni interpersonali. Educazione all’affettività che non va intesa come contenuto a sé stante, da apprendere in ore curriculari apposite, ma come abitudine all’attenzione all’altro, conoscenza dell’altro per una definizione del sé. Non sarebbe necessario sovraccaricare i docenti e gli alunni di altre ore di apprendimento ma servirebbe ridisegnare l’apprendimento e la socializzazione. strutturando relazioni umane libere da stereotipi e pregiudizi, libere da condizionamenti legati ai ruoli assegnati dalla cultura patriarcale. Insomma, stare insieme per conoscersi e non avere paura dell’altro.
Si può fare!