Per comprendere la storia russa, le conquiste di Ivan IV il Terribile giocano un ruolo fondamentale, sia per le importanti conquiste territoriali negli anni del suo regno che per il periodo inaugurato dalla sua morte.
Ivan IV succedette al padre, Basilio III della dinastia Rjurikidi, nel 1533. È da questa data che convenzionalmente si pone fine al periodo degli appannaggi.
Avendo solo tre anni al momento dell’ascesa al potere, il vero e proprio inizio del regno di Ivan IV si data al 1547, quando all’età di sedici anni il sovrano prese effettivamente in mano le redini del regno.
La prima grande novità introdotta dal re moscovita fu l’incoronazione, nel 1547, in qualità di zar, termine che deriva dall’accezione medievale del latino caesar, “imperatore”.
È evidente che la scelta segnava una rottura con il passato e inaugurava un’epoca di espansioni territoriali, anche verso aree di diversa etnia, che avrebbero reso la condizione di “sovrano” non adatta a definire il ruolo svolto dal capo supremo dello stato.
La seconda novità fu l’adozione del termine “autocrate” nel definire il potere dello zar. In questo modo si sottolineava che il potere dell’imperatore era assoluto e di derivazione divina.
Sarà poi interessante notare che la definizione del potere zarista come autocratico segna in questo periodo l’inizio della vera e propria fase imperiale, ma allo stesso tempo segnerà anche la fine della stessa quando tale concezione del potere sarà ribadita secoli dopo da Nicola II, portando a violenti conflitti tra società e zar.
La scelta di sposare, sempre nel 1547, Anastasia della stirpe dei Romanov, un’importante famiglia boiara (termine che indica la nobiltà russa), segnerà, come è noto, la futura storia dello zarismo.
Ciò che è cruciale nella storia del regno di Ivan IV sono le sue campagne militari contro i tatari; pur avendo perso ormai l’antica forza dell’Orda, i canati di Kazan, Astrachan e Crimea continuavano le loro incursioni nei territori moscoviti alla ricerca di bottino e schiavi.
Grazie ad un’efficiente riorganizzazione dell’esercito, lo zar lanciò nel 1552 un’offensiva contro la vicina Kazan, che solo dopo diversi anni portò all’effettiva annessione del canato.
Subito dopo fu la volta della conquista di Astrachan nel 1556; il canato di Crimea invece, nonostante gli innumerevoli scontri, non fu mai conquistato, anche a causa della minaccia del vicino impero ottomano.
Tradizionalmente la conquista del canato di Kazan è intesa come l’inizio della storia multietnica russa, in quanto segna la prima conquista di uno stato autonomo dotato di una sua legittimità e soprattutto la sottomissione di un popolo di etnia, lingua, religione (islamica) e cultura differente.
In realtà, se si adotta questa concezione si trascura la composizione multietnica e multireligiosa che non solo caratterizzava lo stato moscovita, ma era peculiarità già della Rus’ di Kiev. Nella prima struttura statale slava, infatti, si contava una rilevante percentuale della popolazione che parlava lingue di derivazione finnica o baltica, così come una discreta componente di guerrieri turchi e mercanti scandinavi.
Anche nel periodo degli appannaggi i diversi principati mantennero una composizione etnica piuttosto mista, soprattutto se si considera la città di Novgorod nella quale si contavano numerose tribù di lingua finnica.
Pur essendo nel cuore della regione dei grandi russi, anche lo stato moscovita contava diverse etnie, soprattutto al momento dell’annessione dei principati vicini, in particolare quello di Novgorod.
Nel caso di Mosca si contavano numerose popolazioni finniche, una considerevole componente tatara, anche prima della conquista di Kazan, e componenti ucraine (piccoli russi) e bielorusse (russi bianchi).
Nonostante ciò, i russi costituivano la grande maggioranza della popolazione, e rispetto ad altri stati europei come Lituania, Polonia ed Ungheria, quello russo era certamente più compatto sia dal punto di vista etnico che religioso, contando una maggioranza di grandi russi e di cristiani ortodossi.
È infatti proprio per questo motivo che l’annessione del canato di Kazan segna comunque un momento importante.
Spostandosi dal sudest e andando in direzione nordovest, nel 1558 Ivan IV si trovò in guerra anche contro l’ordine teutonico e il Granducato di Lituania, a causa dell’espansione russa che mirava a conquistare uno sbocco sul mar Baltico. Nonostante una prima fase di successi militari, la campagna russa fallì a causa del forte fronte costituito da lituani, polacchi e svedesi.
Andando in direzione opposta, le politiche espansionistiche moscovite puntarono l’oriente oltre gli Urali, la Siberia. A differenza della precedente campagna, questa, condotta prevalentemente da soldati cosacchi, fu un successo e portò al dominio russo su parte dei territori siberiani con la fondazione delle roccaforti moscovite di Tjumen e Tobolsk a ridosso del fiume Ob.
È bene tener conto che il vastissimo territorio siberiano si divide convenzionalmente in: Siberia occidentale, compresa tra i fiumi Ob e Jenissej, Siberia centrale, tra il Jenissej e il Lena, e Siberia orientale, delimitata dal Lena e il Kolyma.
Questa conquista, come la precedente a discapito dei canati tatari, segna un’annessione importante dal punto di vista etnico; seppure le popolazioni siberiane si dividano convenzionalmente in due grandi gruppi, quello settentrionale e quello meridionale, in realtà le diverse etnie erano numerosissime. Per la maggior parte, praticavano stili di vita più arretrati, l’organizzazione comunitaria era caratterizzata da dinamiche familiari e di tribù, quando le popolazioni non erano nomadi, e le religioni erano di tipo naturale, prive di istituzioni sacre che potessero esercitare alcun potere.
Questo particolare assetto siberiano permise all’élite di attuare una politica non oppressiva, che lasciava intatti possedimenti e privilegi dei capi clan, garantendo la possibilità di una maggiore fedeltà e minori tentativi di ribellione, che invece avvenivano frequentemente nei canati tatari.
In contemporanea agli eventi appena analizzati, anche la situazione nel centro del potere moscovita era piuttosto in subbuglio, e la particolare figura di Ivan IV creò diverse tensioni che sfociarono nell’età passata alla storia come “periodo dei torbidi”.