“Il mito dello Stato” è l’ultimo libro scritto nel 1945 da Ernst Cassirer, uno dei giganti del pensiero del Novecento, che “riflette sulla catastrofe degli anni Trenta in Germania e in Europa e ci mette in guardia dell’oscuro potere del mito in politica. Ci mette in guardia dalla demonizzazione della modernità e soprattutto della luce dei Lumi” (Roberta de Monticelli).
«Negli ultimi trent’anni, nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale, non abbiamo attraversato soltanto una grave crisi della nostra vita politica e sociale, ma ci siamo anche trovati di fronte a problemi teoretici del tutto nuovi. Abbiamo assistito a un cambiamento radicale delle forme del pensiero politico. Sono state poste nuove domande, e date nuove risposte. Problemi sconosciuti ai pensatori politici del XVIII e XIX secolo sono improvvisamente venuti alla ribalta. Forse il tratto più importante e più allarmante di questo sviluppo del pensiero politico moderno è l’apparizione di un nuovo potere: il potere del pensiero mitico. La preponderanza del pensiero mitico sul pensiero razionale in alcuni dei nostri sistemi politici moderni è evidente. Dopo una lotta breve e violenta, sembra che il pensiero mitico abbia riportato una vittoria schiacciante e definitiva. Com’è stata possibile questa vittoria? Come possiamo comprendere il nuovo fenomeno apparso così all’improvviso sull’orizzonte politico, e che in un certo senso sembra aver rovesciato tutte le nostre idee intorno al carattere della nostra vita intellettuale e sociale?
Se consideriamo lo stato presente della nostra vita culturale, sentiamo subito che c’è un profondo iato tra due campi differenti. Quando si tratta dell’azione politica, sembra che l’uomo segua norme del tutto diverse da quelle che sono riconosciute in tutte le sue attività meramente teoretiche. Nessuno si sognerebbe di risolvere un problema di scienza naturale, o un problema tecnico, con i metodi che sono raccomandati e posti in atto nella soluzione delle questioni politiche. Nel primo caso non cerchiamo mai di fare altro che di usare metodi razionali. (…) Ma nella vita pratica e sociale dell’uomo sembra che la disfatta del pensiero razionale sia completa e irrevocabile. In questa sfera, ci si attende che l’uomo moderno dimentichi tutto ciò che ha imparato nel corso dello sviluppo della sua vita intellettuale. Gli viene ingiunto di ritornare alle prime fasi rudimentali della cultura umana. Qui, il pensiero razionale e quello scientifico apertamente confessano il loro fallimento, la loro resa a discrezione di fronte a quello che è il loro più pericoloso nemico.»
Ernst Cassirer, Il mito dello Stato.