“Götter wandelten einst…” è un frammento elegiaco della primavera 1799. Di questi versi hanno scritto: “Hölderlin sapeva che gli dèi non possono riapparire come una vecchia cerchia di statue, secondo la visione Neoclassica da cui egli si allontanò immediatamente. Ora, ci dice, gli uomini e gli dèi seguono la traccia di un movimento segreto che li avvicina e li allontana nel tempo. I suoi pensieri più presaghi e oscuri, sono dedicati a quel movimento, dove dèi e uomini non tornano a venirsi incontro”.
Un tempo gli Dei camminarono tra gli uomini,
le Muse bellissime, il giovane Apollo, come te
guaritore, ispiratore. Sei simile a loro,
vado come se uno dei Beati
mi avesse mandato nella vita,
la tua immagine emigra insieme a me
dove paziento e opero in amore,
fino alla morte. Questo seppi, ebbi da te.
Fa’ che si viva! Con te soffro, con te
credendo, fedele, lotto per un’età più bella.
Per noi già è viva. E forse in anni venturi,
quando il Genio riavrà valore,
diranno: “Un tempo quei solitari si crearono,
amando, un universo segreto, noto solo agli Dei.
Quelli che curarono solo ciò che muore, accolse
la terra. Ma essi vanno più prossimi alla luce,
in alto verso l’Etere. Essi, i fedeli all’amore
dell’anima, allo spirito divino, sperando,
soffrendo, in silenzio, vinsero il Fato”.
Un tempo gli Dei camminarono tra gli uomini… (trad. Enzo Mandruzzato).