La “Bustina di Minerva” era una rubrica che dal 1985 al 2016 il semiologo e scrittore Umberto Eco ha pubblicato sul settimanale “L’Espresso”. In questa godibilissima, ironica (e autoironica) “Bustina”, Eco elenca 40 regole per un corretto scrivere in italiano: ne riporto le prime venti.
«-Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
-Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
-Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
-Esprimiti siccome ti nutri.
-Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
-Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
-Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
-Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
-Non generalizzare mai.
-Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
-Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
-I paragoni sono come le frasi fatte.
-Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
-Solo gli stronzi usano parole volgari.
-Sii sempre più o meno specifico.
-L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.
-Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
-Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
-Metti, le virgole, al posto giusto.
-Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.»
Umberto Eco, Le 40 regole per scrivere correttamente in italiano.