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LE CITAZIONI: Brodskij, luoghi abitati dalla storia

by Ernesto Scelza
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Iosif Brodskij è stato uno dei massimi poeti di lingua russa del Novecento, e insignito del “Nobel” nel 1987. Con questo libro si rivela un grande prosatore in lingua inglese, in “Fuga da Bisanzio” – che è anche una “fuga” in senso musicale – si lancia in una febbrile riflessione sulla storia della civiltà: che tocca l’imperatore Costantino e l’Islam, la storia della Russia e la natura del tempo.

«Vi sono luoghi in cui la storia è inevitabile, come un incidente automobilistico – luoghi in cui la geografia provoca la storia. Uno è Istanbul, alias Costantinopoli, alias Bisanzio. Un semaforo sballato, con tutte le tre luci accese contemporaneamente. Non rosso-giallo-verde, ma bianco-giallo-marrone. E, naturalmente, azzurro: per l’acqua, per il Bosforo-Marmara-Dardanelli che separa l’Europa dall’Asia – ma separa davvero? Ah, tutte queste frontiere naturali questi stretti e Urali dei nostri atlanti! Che scarso valore hanno mai avuto per gli eserciti o le culture, e specialmente per le non-culture – anche se per i nomadi possono sì aver significato qualcosa di più che per i prìncipi ispirati dal principio lineare e giustificati in anticipo da un’estasiante visione del futuro.

Il Cristianesimo non trionfò proprio perché offriva un fine che giustificava i mezzi, perché provvisoriamente – cioè per tutta la durata di una vita – assolveva dalle responsabilità? Perché il prossimo passo, qualsiasi passo, in qualsiasi direzione, diventava automaticamente logico? Non era esso – il Cristianesimo, almeno nel senso spirituale – un’eco antropologica dell’esistenza nomade, la sua trasfusione nella psicologia dell’uomo stanziale? O, meglio ancora, non ha esso coinciso, in fondo, con esigenze puramente imperiali? La paga non poteva bastare da sola a smuovere un legionario (per il quale il valore della carriera stava appunto in un’indennità di anzianità, con relativo congedo e assegnazione di un podere). Bisognava dargli anche un incentivo morale; altrimenti le legioni si trasformano in quel lupo che soltanto Tiberio era capace di prendere per le orecchie e di rimettere al suo posto.»

Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio (trad. Gilberto Forti).