È stata costituita formalmente ieri, 14 settembre 2024, nella sale dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, l’associazione “34 Testa al Sud”. La nutrita assemblea dei soci fondatori ne ha approvato lo Statuto e la Carta dei Principi, della quale vi proponiamo il testo integrale.
34 Testa al Sud – Carta dei Principi
Il Sud come un punto di vista autonomo non come non-ancora-Nord (Franco Cassano, Il pensiero meridiano).
La dura e necessaria lotta contro l’autonomia differenziata non basta. Il Mezzogiorno è uscito dalle agende della politica da quasi mezzo secolo. E se ne vedono i frutti avvelenati. Aumento della povertà, servizi sociali inadeguati, rarefatti e decadenti, deindustrializzazione diffusa, fuga dei cervelli, collasso demografico.
La demografia è la chiave per leggere il Sud, a partire dall’emigrazione. Non è un fenomeno nuovo, vero. Ma oggi dal Sud partono i pochi giovani, i figli unici: le famiglie pagano per mantenere i ragazzi allo studio e persino al lavoro. La più naturale delle missioni – accompagnare i figli nella realizzazione dei sogni – si trasforma in un incubo collettivo: il Sud sta finanziando la sua fine.
34 Testa al Sud nasce dall’esigenza di indicare una strada per cambiare il quadro delle cose. Non è sufficiente limitarsi a respingere l’offensiva di chi vuole ricacciare ancora più indietro il Mezzogiorno. Per la prima volta nella storia della Repubblica c’è la possibilità che si giunga, dopo una sconfitta irreversibile dell’ordine costituzionale, a dover prendere atto che uno scenario indipendentista potrebbe essere una extrema ratio. Con questa Associazione vogliamo allontanare tale prospettiva e proporre una offensiva di riscatto di un luogo che è simultaneamente culla d’Europa e centro del Mediterraneo.
Il Sud deve diventare un territorio attrattivo. Lo può fare perché le sue città, le aree interne, i suoi borghi, le sue università possono accogliere persone dal Nord e dai Sud del mondo. Lo sa fare perché il pensiero meridiano ha suoi tratti specifici che vedono al centro l’equilibrio tra uomo e ambiente. Lo deve fare perché l’alternativa è ridursi a un luogo spopolato e sterile.
34 Testa al Sud vuol dire resta al Sud, torna al Sud, vieni al Sud, per costruire un futuro che sia modello per un pianeta che rischia di essere travolto da crisi ambientali e sociali. E’ tempo di un nuovo meridionalismo capace di leggere le questioni contemporanee e di parlare alle persone di oggi, sia ai cittadini che vivono la realtà della società meridionale sia a chi abita in luoghi che guidano le classifiche di qualità della vita ma sono afflitti dalla solitudine, dall’alienazione, male oscuro delle società occidentali.
L’associazione 34 Testa al Sud si propone di essere un luogo di confronto e di incontro. Vogliamo promuovere l’apertura del cantiere delle riforme, per migliorare la qualità della vita dei cittadini, la competitività delle imprese nel nostro Mezzogiorno, per riaccreditare lo sguardo gettato sul mondo dai nostri poli culturali, innalzare il livello dei servizi di cittadinanza: scuola, formazione e università, trasporti e mobilità, sanità. Il neoliberismo ha posto in contrapposizione individui e soggetti economici, in un simulacro di competizione che era il realtà costruzione di privilegi artefatti per chi stringeva un patto con il sistema di potere, che di volta in volta ha apparentemente cambiato segno politico, manifestando poi una sostanziale continuità. Tale continuità nella apparente convulsione del cambiamento ha allontanato i cittadini dalla politica e dalla partecipazione. 34 Testa al Sud opererà per ricostruire e mobilitare energie democratiche.
La raccolta di firme per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata ha dimostrato che esistono giacimenti di energie meridionali che possono essere liberate. Anche strumenti nuovi, come la piattaforma elettronica per la raccolta delle firme, possono mobilitare risorse che erano congelate e che vanno poste a disposizione delle forme tradizionali di partecipazione alla politica. 34 Testa al Sud intende essere una associazione capace di farsi promotrice di un dialogo tra società civile e istituzioni. Pensiamo che vada ricucito lo strappo che si è determinato negli ultimi decenni tra i territori e le culture del nostro Paese: Nord e Sud, città metropolitane e aree interne, industria e ambiente, lavoro pubblico e lavoro privato.
Tra gli obiettivi di 34 Testa al Sud rientra la promozione di iniziative culturali, sociali e giudiziarie al fine di giungere alla piena attuazione dei principi costituzionali, in particolare quelli di uguaglianza e di equità (art. 3) che richiamano a loro volta il compito della Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, ovunque ella risieda. Da ciò deriva l’obbligatorietà dello Stato di determinare livelli uniformi delle prestazioni, concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, nonché l’istituzione di un fondo perequativo, senza vincolo di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante, al fine di consentire ai Comuni, alla Province, alle Città Metropolitane e alle Regioni, di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite, ai sensi dell’art. 119 Cost.
Per noi meridionali la cabala resta un destino al quale guardare con occhio attento e disincantato. Come scrisse Benedetto Croce, “non è vero ma ci credo”. Per questo abbiamo scelto il numero 34 della Smorfia napoletana, perché indica la testa, ’a capa. Nella smorfia genovese e toscana indica invece il carrozziere.
Preferiamo l’indicazione partenopea, perché vogliamo fare ricorso alle nostre energie cerebrali per proporre soluzioni, idee, percorsi. Ma non disdegniamo nemmeno la soluzione toscana e genovese, perché i carrozzieri devono mettere a posto le ammaccature che si sono determinate dopo un grave incidente automobilistico o dopo un atto vandalico. Abbiamo accumulato macerie, e vuoti di proposta.