L’avvocato Conte, autonominatosi difensore del Popolo italiano, ha perso la causa. Anzi, l’abbiamo persa noi che eravamo, nostro malgrado, i clienti.
Il clamoroso colpo di scena, che non avremmo mai pensato avvenisse (ed eravamo in buona compagnia), si è consumato ad opera di attori evidentemente non all’altezza o in malafede. Non so cosa sia preferibile.
Il risultato ad oggi è che Cottarelli, convocato per domattina al Quirinale, formerà presumibilmente un Governo balneare per portarci al voto e adottare i provvedimenti imprescindibili e urgenti.
I partiti faranno una campagna elettorale feroce. Gli uni contro l’Europa, la Germania e Mattarella, in difesa della centralità del Parlamento e dei diritti del Popolo sovrano. Gli altri dicendo: ve l’avevamo detto che questi non sono capaci, senza di noi è il diluvio, il debito sale, i vostri mutui pure, facciamo la fine della Grecia.
Ma non si tratta solo di elezioni anticipate, pur mai avvenute in questi termini nella storia repubblicana, ma si aggiunge uno scontro istituzionale senza precedenti. Già si parla di impeachment, che tradotto in italiano significa accusare il Capo dello Stato di alto tradimento o attentato alla Costituzione, concretamente non è chiaro cosa voglia dire ma non è importante.
Perché tutto questo? Per Savona ministro? Com’è possibile che non abbiano trovato un accordo? Cosa c’è veramente dietro?
Ma soprattutto, come reagiranno gli Italiani? Sviluppo poco, lavoro pochissimo, pensioni basse, servizi alla volemose bene, mafia a go go, ora anche la rappresentazione plastica della relatività del voto.
Dite che faranno spallucce?
di Flavio Cioffi