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LE CITAZIONI: Cacciari, la Bomba, ancora

by Ernesto Scelza
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Il filosofo Massimo Cacciari, in un articolo-appello su “La Stampa” di fine luglio, invita gli uomini di cultura, gli scienziati, i giuristi ad aprire gli occhi sullo scenario di guerra che è davanti a noi e a “cercare, con più forza, di evitarla”.

«Chiediamocelo dunque: non è stato che un intervallo la non-guerra, o la guerra per interposta persona, tra i grandi spazi imperiali dopo la Seconda guerra mondiale? Nient’altro che una pausa per meglio prendere la rincorsa in vista della definitiva “sistemazione” del pianeta? Perfino l’atomica, questa formidabile arma di equilibrio, sembra aver perduto il suo potere deterrente. Forse in qualche laboratorio del grande complesso militare-industriale si è scoperto il modo di usarla senza finire tutti sottoterra (…).

Soltanto la Tecnica, è noto, può, secondo la vox populi, risolvere i problemi che essa stessa genera. Se siamo certi di poter usare la Bomba senza che ci colpisca come un boomerang perché non usarla? Chi ha detto che è morto il dottor Stranamore? E chi dice che oggi finirebbe male? Lo puoi fare? – dice ancora la vox populi – E allora fallo.

Quale Giudice, d’altra parte, quale Autorità terza potrebbe impedire che la logica della guerra (ancora) non dichiarata, ma in atto, si svolga “iuxta propria principia”?

Se la filosofia se ne va misera, via dal mondo dove a parlare è solo la volontà di potenza, la scienza giuridica non conosce disfatta minore. Sognava, un tempo non certo remoto, addirittura una giuridicizzazione del conflitto politico. Contribuiva, coi suoi massimi esponenti, alla creazione di Alte Corti di Giustizia, di Corti penali internazionali. Si batteva per conferire all’Onu effettivi poteri sovranazionali, superando la procedura dei veti. E citavano anche i filosofi i nostri giuristi, per dare fondamento alle loro teorie del diritto internazionale: i Rawls e gli Habermas – e maledicevano il cupo realismo dei Miglio e degli Schmitt.

La grande politica è tornata a imporsi in tutta la sua tragicità. Volontà di potenza contro volontà di potenza. E schiacciate nel mezzo le istituzioni che ne avrebbero dovuto giudicare gli atti e anche giungere a sanzionarli. Esplicitamente ormai queste istituzioni sono considerate “nihil” dai detentori del potere effettuale. Nihilismo concreto: ogni soggetto non dotato di potere in atto è niente, semplicemente non è. Parla, dichiara, ma la parola non ha più valore. Neppure più il velo dell’ipocrisia sta a coprire la realtà che il diritto vigente è il diritto del più forte. Ma proprio questo è il problema: chi è il più forte? Come lo si deciderà?

Tacciono i filosofi, muti i giuristi, le assemblee parlamentari ridotte a fantasmi. Non ci sarà altro arbitro, allora, che il conflitto in armi? La decisione spetterà soltanto al vincitore? Così è sempre stato e così è destino avvenga ancora, se tutti gli istituti di mediazione, tutti i luoghi di discussione e compromesso vengono smantellati.»

Massimo Cacciari, Il dottor Stranamore è un’altra volta tra noi.