In foto, un dirigibile Zeppelin
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Questo articolo è il terzo degli articoli dedicati all’Aeroscalo “Pompei” di Scafati, che dovrebbero fermarsi al quarto.
Come i lettori già sanno, l’Aeroscalo “POMPEI” fu costruito nel 1917 dalla Regia Aviazione ad uso di Dirigibili. A tal tipo di velivoli “più leggeri dell’aria” sarebbe stato affidato poi il compito di sorvegliare che le navi e i convogli da trasporto – in transito sui tratti di mare meridionali rientranti nella competenza territoriale dell’Aeroscalo – non fossero minacciati dai sottomarini nemici o da mine nemiche galleggianti.
Al campo “Pompei” furono destinati 4 dirigibili, tra cui 2 denominati “Usuelli”, dal nome del progettista-costruttore, Celestino Usuelli, un piemontese, alpinista e dirigibilista, un vero pioniere dell’aviazione come pilota di Palloni aerostatici, del tipo di quelli che nel 1911 avevano già volato sul territorio di Valle di Pompei.
In quella occasione furono fotografate zenitalmente la Pompei antica e quella nuova, con decollo e atterraggio nell’anfiteatro romano, quando Valle di Pompei non era comune autonomo, ma era già famosa come frazione di Scafati, che prendeva il nome dai vicini Scavi, noti già in tutto il mondo.
Noi ricorriamo ancora una volta al libro dello storico Angelo Pesce dedicato nel 2014 all’Aeroscalo “Pompei” di Scafati e, dunque, procediamo raccontando al lettore che in una pubblicazione del 2005, a firma del generale Basilio Di Martino, storico dell’Aeronautica, si trova notizia certa del primo Comandante dell’Aeroscalo “Pompei”, intanto affidato alla Regia Marina Militare nella sua interezza.
Il comando fu affidato a un Napoletano, il Tenente di Vascello Gaetano Catalano Gonzaga, dirigibilista, che fu a capo dell’Aeroscalo “Pompei” tra il 1919 il 1920, abbandonando poi il comando, dopo breve permanenza.
Ma va sottolineato, a suo merito, il fatto che il giovane Comandante sia arrivato a Pompei da Ciampino, guidando un dirigibile di agili dimensioni.
Un tal tipo di Dirigibile, in sigla PV3, lungo soltanto 60 metri, era idoneo ad entrare nell’hangar pompeiano, evidentemente già un po’ superato, per le sue contenute dimensioni, considerati i tempi, allora tumultuosi, degli sviluppi dell’Aviazione, soprattutto quella militare.
Tra il 1920 e il 1924 si verifica qualcosa che fa perdere le… tracce archivistiche dell’Aeroscalo Pompei, inutilmente battute dal tenace ricercatore Pesce.
Al termine della ricostruzione storica della vita dell’Aeroscalo “Pompei” capiremo perché. Andiamo avanti con ordine, dunque.
Alcune riprese fotografiche – datate tutte anno 1924 – effettuate in volo dall’alto nei dintorni dell’aeroscalo e nel sito archeologico pompeiano autorizzano intanto a pensare ad una attività militare – o similare – protrattasi almeno fino a quell’anno.
Appena quattro anni dopo, però, nel 1928 l’Aeroscalo “Pompei” venne dismesso. E i dipendenti civili e militari dell’Aeroscalo “Pompei” delocalizzati in altre sedi, dalla Regia Marina. Poi, l’intero campo d’Aviazione, con tutte le strutture costruite, messo all’asta nel giro di un decennio, nel 1939, dal Demanio della Marina.
Quasi frettolosamente. Perché?
La motivazione ufficiale era questa: l’attività dei dirigibili era già in crisi da obsolescenza, in quanto gli aerei li stavano soppiantando come arma da guerra, a causa della loro vulnerabilità.
Una vulnerabilità attiva nei confronti bellici con gli aeroplani, ma anche una vulnerabilità passiva ed endogena, che si mostrò tragicamente imprevedibile nel 1937 con la esplosione del famoso Dirigibile Hindenburg.
Uno Zeppelin, il più affidabile Dirigibile tedesco, che rimane ancor oggi, forse, il più grande oggetto volante mai costruito dall’uomo per voli nell’atmosfera terrestre.
Anche per tali ragioni l’aeroscalo pompeiano, che non poteva essere trasformato in Campo di aviazione per aeroplani – essendo circondato da vie d’acqua antiche e antropizzate di (allora) notevole portata – venne smobilitato nel 1928.
Nello stesso anno 1928, il 29 di Marzo, venne istituito Il Comune di Pompei, ma negli archivi storici comunali, che abbiamo visitati, a datare dal 1928 in poi non compaiono notizie rilevanti riguardanti l’Aeroscalo, in quanto esso era stato ormai già funzionalmente dismesso.
Rimane da capire però perché negli anni precedenti l’Aeroscalo “Pompei” non trovi più spazio e attenzione nei documenti pubblici.
Su di esso scende un buio pesto. Un segreto che siamo ormai in grado di disvelare nel prossimo e ultimo articolo. (continua)