L’Autore, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, è capo di stato maggiore emerito delle Forze Armate Italiane.
Facendo eco alla proposta già avanzata qualche anno fa dall’amm. Sergio Biraghi, unitamente alla Fondazione Bono, riprendiamo la sua suggestione relativa alla nave Giuseppe GARIBALDI, la più piccola portaerei del dopoguerra.
A maggior ragione quando pare che la si voglia mettere in vendita e che l’Indonesia sarebbe pronta a pagarcela 250 mln€. Sarebbe un’onta.
La Nave ha rappresentato per la Marina Militare Italiana (MMI) una svolta epocale, avendo posto le basi per uno storico ammodernamento ed incremento dei ruoli e delle capacità militari e degli stessi criteri di impiego operativo e strategico della Forza Aerea (FA).
Non appena approvata la legge che consentiva alla MMI di dotarsi di una propria Forza Aerea ad ala fissa imbarcata, la disponibilità della Nave ha rapidissimamente consentito il conseguimento di una Initial Operational Capability (IOC), imbarcando i più moderni velivoli all’epoca esistenti (AV8Bplus di ultima generazione) le cui eccellenti capacità furono testate con successo nella missione IT/US UNITED SHIELD in Somalia nel 1995, immediatamente dopo l’imbarco negli USA dei primi tre velivoli combattenti. La Nave, con il Gruppo Aereo imbarcato, ha in seguito assolto con pieno successo numerose missioni e operazioni aeronavali in ambito nazionale, NATO e di coalizione, distinguendosi sempre per prontezza, flessibilità ed efficacia, nonché per l’eccellente rapporto costo/efficacia derivante dalle ridotte dimensioni della nave unite agli straordinari vantaggi aerotattici e strategici. Si ricordano in particolare le operazioni NATO nei Balcani nel 1999 (Op. ALLIED FORCE) e in Libia nel 2012 (Op. UNIFIED PROTECTOR), le operazioni aeronavali della coalizione in Afghanistan (ENDURING FREEDOM) quale risposta immediata all’azione terroristica dell’11 settembre 2001.
Successivamente la Nave Garibaldi ha installato il primo dimostratore tecnologico capace di rappresentare la situazione tattica in ambiente “windows” (realizzato in autonomia dalla MMI) in occasione dell’esercitazione Trident d’Or 2001, tale soluzione, potenzialmente in grado di fornire un sistema di Comando e Controllo straordinariamente più flessibile e potente dell’allora impiegato SADOC2, ha posto le basi per la successiva industrializzazione ed evoluzione del sistema di C4I oggi in uso su tutte le unità e i comandi operativi della FA.
A seguito dei lavori di ammodernamento ed ampliamento delle aree operative, dopo l’entrata in servizio della Portaerei Cavour, sfruttando i nuovi sistemi di C4I, la Nave ha anche acquisito la capacità di condurre una operazione anfibia nel ruolo CATF/CLF (Commander Amphibious Task Force/ Commander Landing Force); una capacità testata con successo nelle numerose esercitazioni svolte in ambito NATO ed Europeo, anche in ambiente artico, in risposta alla crisi ucraina. Una capacità operativa estremamente complessa, che solo poche marine militari possiedono e che verrà consolidata e potenziata con l’entrata in servizio di Nave Trieste, che sostituirà a breve Nave Garibaldi per tale ruolo.
Nel 2023 Nave Garibaldi ha raggiunto i suoi 40 anni di vita ed è ancora pienamente operativa, in condizioni di efficienza e strutturali impeccabili, a tangibile dimostrazione della bontà e flessibilità del progetto, delle straordinarie capacità della nostra cantieristica navale e industriale per la Difesa, della lungimiranza con cui la MMI ha saputo mantenere e migliorare nel tempo le capacità della Nave, ma soprattutto della professionalità e dedizione degli equipaggi che si sono avvicendati sull’unità.
Per questi principali motivi riteniamo che l’unità, al termine della sua vita operativa, non debba essere posta in disarmo per essere smantellata, tanto meno ceduta, bensì che essa possa a pieno merito aspirare ad un nuovo ruolo, già indicato dall’amm. Biraghi, quello di Nave-Museo.
A tal uopo adibita, la Garibaldi, attraverso un opportuno percorso di visita corredato di ausili informatici e interattivi, potrebbe presentare i suoi successi e la sua storia. Costituirebbe il MUSEO STORICO DELL’AVIAZIONE NAVALE ITALIANA.
Una componente ultracentenaria della Forza Armata, che prende origine dal Primo Brevetto di Pilota Militare Italiano conseguito dal Tenente di vascello Mario Calderara nel lontano 1910, passando attraverso il determinante contributo delle Forze Aeree della Marina, forti di oltre 200 apparecchi da caccia bombardamento e idrovolanti di sorveglianza marittima, oltre ad alcune aeronavi nel periodo della 1° G.M. (200 piloti e 3000 specialisti nel 1918), le successive esperienze di imbarco di velivoli ad ala rotante (prima Marina europea) ed infine la costituzione del Gruppo Aerei Imbarcati nella sede di MARISTAER Grottaglie. Il Museo potrebbe essere concepito mutuando i criteri della USS INTREPID a New York ovvero con una mostra statica sul ponte di volo di tutti i tipi di velivoli in dotazione alla MMI in passato, un percorso storico multimediale della componente ed un sistema interattivo che illustri lo stato dell’arte e le linee di sviluppo della componente AER.
La Nave-Museo offrirebbe altresì alla FA, e più in generale alla Difesa e a qualunque altra Amministrazione dello Stato o privata, ampie aree attrezzate per convegni/spettacoli culturali (HANGAR e/o ponte di volo). A corredo sarebbe anche opportuno mantenere nella zona CINC (Sala Consiglio) una capacità conviviale in linea con le tradizioni della Marina (esempio: HMS Victory a Portsmouth) per pranzi/cene di lavoro assegnabili su motivate richieste anche alle amministrazioni di cui sopra.
Offrirebbe alle industrie per la Difesa Nazionali adeguati spazi espositivi per presentare le loro attività ed eccellenze, nonché attraverso dimostratori tecnologici le più recenti innovazioni e la tendenza futura.
I visitatori avrebbero un quadro completo e aggiornato delle attività della MMI per la tutela del mare, sostenendo e sviluppando soprattutto nei giovani la condivisione dell’importanza dell’ecosistema marino e delle connesse problematiche ambientali.
Infine la Nave-Museo illustrerebbe, con personale e ausili multimediali, la Marina Militare in tutte le sue componenti e specialità, con particolare riguardo ai diversi percorsi di formazione. A tal fine andrebbe previsto un punto di informazione e promozione per l’arruolamento in Marina e sui relativi percorsi concorsuali e professionali.
Per quanto attiene alla sede, riteniamo che l’ubicazione più opportuna sia un ormeggio statico/flottante nel porto di Genova, in posizione caratterizzata da opportuna visibilità dalla città e dalla sopraelevata (porto passeggeri).
I motivi per tale scelta sono numerosissimi:
- Ampia visibilità della zona portuale con suo pieno inserimento nel contesto cittadino;
- Iconicità del nome Garibaldi per la nostra storia risorgimentale e della nave portaerei stessa per la storia della nostra MM e della cantieristica militare;
- Possibilità di cooperazione, se non di vera e propria simbiosi, con l’Acquario di Genova per le tematiche ambientali,
- Interazioni e sinergie con l’ISTITUTO IDROGRAFICO MM;
- Prossimità ai principali cantieri navali (Riva Trigoso e Muggiano) e alle industrie per la Difesa del Nord con conseguente promozione di immagine;
- Possibili interazioni con il Salone Nautico, l’Istituto Nautico e lo Yacht Club di Genova in un contesto di più ampio cluster marittimo;
- Disponibilità per convegni, mostre e manifestazioni culturali verso Regione Liguria e Comune di Genova e altre Amministrazioni;
- Contributo all’attività turistico/alberghiera quale potenziale ulteriore attrattiva verso il già notevole flusso turistico nella città ;
- Inestimabile occasione promozionale ad alto impatto emotivo sui giovani del Nord/Centro Italia (con possibili superamenti della attuale regionalizzazione della FA).
Ovviamente non mancano le criticità, di cui abbiamo piena consapevolezza. Esse tuttavia sono tutte superabili. L’utilizzo delle esistenti tecnologie informatiche; cablaggi HQ rarissimi, per simulazioni di team work, concorsi, formazione; l’unicità dell’ambiente; il potenziale isolamento totale dall’esterno, che ne fa un ambiente didattico formativo speciale; costituiscono un’opportunità unica per la nostra MM e più in generale per la nostra Patria.
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Concordo pienamente con la proposta dell’Amm. Binelli Mantelli.
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