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LE CITAZIONI: Dickens, il gioco del lotto a Napoli

by Ernesto Scelza
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Anche Charles Dickens effettuò il “piacevole obbligo” del viaggio in Italia comune a tanti intellettuali e nobili stranieri dell’epoca, testimoniato in “Pictures from Italy”. A Napoli soggiornò nel febbraio del 1845 e della città “bella e terribile” raccontò le strade palpitanti di vita.

«Nella vita di Napoli vi è un elemento stupefacente, sul quale conviene soffermarsi un attimo: il gioco del lotto.

È diffuso in gran parte dell’Italia ma trova qui, per l’importanza che ha e per gli effetti che produce, il suo naturale luogo d’elezione. L’estrazione avviene ogni sabato. Il gioco del lotto garantisce allo Stato introiti immensi e diffonde fra i poverissimi un gusto per l’azzardo che, mentre giova a riempire le casse dell’erario, rovina loro del tutto. La giocata minima è un grano, meno di un nostro farthing. In una cassetta si mettono cento numeri che vanno dall’uno al cento compreso. Se ne estraggono cinque, che sono i numeri vincenti. Compro tre numeri. Se ne ‘esce’ uno, vinco un premio esiguo; se ne escono due, vinco una somma pari a qualche centinaio di volte la posta; se ne escono tre, tremilacinquecento volte la posta. Punto (o, come dicono qui, “gioco”) quello che posso sui miei numeri, e compro i numeri che voglio. Pago la puntata al banco del lotto, dove si acquista il biglietto che reca scritta l’entità della puntata stessa.

In ogni banco del lotto si trova un libro, una specie di “Divinatore Universale del Lotto”, che contiene tutti i casi e tutte le circostanze possibili, corredati ciascuno di un numero corrispondente. Immaginiamo di fare una puntata di due carlini (circa sette pence] e di imbatterci, mentre ci rechiamo al botteghino del lotto, in un negro. Una volta arrivati, diciamo con aria grave: “Il Divinatore”. Ce lo porgono dal banco, con l’aria di chi sa di trattare un affare di grande importanza. Cerchiamo la voce “negro”. Vi corrisponde un certo numero. “Datemi questo”. Cerchiamo “imbattersi in qualcuno per strada”. “Datemi questo”. Cerchiamo perfino il nome della strada. “Datemi questo”. E così, abbiamo i nostri tre numeri.

Se crollasse il tetto del San Carlo, sarebbero talmente in tanti a giocare i numeri che nel Divinatore corrispondono a un simile avvenimento, che il Governo vieterebbe subito di puntare su codesti numeri, per non correre il rischio di rimetterci. Non accade di rado. Non molto tempo fa si verificò un incendio a Palazzo Reale e tutti corsero a giocarsi “il fuoco”, “il re” e “il palazzo”, tanto che ad un certo punto si dovettero sospendere le scommesse sui numeri che nel Libro Aureo corrispondono a tali parole. Il popolino ignorante crede che ogni caso, ogni avvenimento, sia una specie di visione tanto per chi vi assiste che per chi vi prende parte, e che abbia un rapporto diretto col gioco del lotto. Vi sono delle persone, ricercate da tutti, che per i sogni fortunati hanno un vero talento, e dei preti a cui capita abitualmente di ricevere i numeri fausti nelle loro visioni.»

Charles Dickens, Impressioni di Napoli .