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LE CITAZIONI: Foucault, la politica e la guerra

by Ernesto Scelza
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Michel Foucault, in questo corso tenuto al Collège de France nel 1976, si interroga sull’origine del discorso storico politico sulla guerra intesa come sostrato dei rapporti sociali.

«Contrariamente a quanto sostiene la teoria filosofico-giuridica, il potere politico non comincia quando cessa la guerra. L’organizzazione, la struttura giuridica del potere, degli stati, delle monarchie, delle società non trova il suo principio là dove tace il clamore delle armi. La guerra non è mai scongiurata perché, innanzitutto, ha presieduto alla nascita degli stati: il diritto, la pace e le leggi sono nati nel sangue e nel fango delle battaglie. E si tratta di battaglie e rivalità che non erano affatto – come immaginavano filosofi e giuristi – battaglie e rivalità ideali. Non si tratta, insomma, di una sorta di selvatichezza teorica. La legge non nasce dalla natura, presso le sorgenti a cui si recano i primi pastori. La legge nasce da battaglie reali: dalle vittorie, dai massacri, dalle conquiste che hanno le loro date e i loro orrifici eroi; la legge nasce dalle città incendiate, dalle terre devastate; la legge nasce con quei celebri innocenti che agonizzano nell’alba che sorge.

Tutto ciò non significa, tuttavia, che la società, la legge e lo stato siano una sorta di armistizio in queste guerre, o la sanzione definitiva delle vittorie. La legge non è pacificazione, poiché dietro la legge la guerra continua a infuriare all’interno di tutti i meccanismi di potere, anche dei più regolari. È la guerra a costituire il motore delle istituzioni e dell’ordine: la pace, fin nei suoi meccanismi più infimi, fa sordamente la guerra. In altri termini, dietro la pace occorre saper vedere la guerra: la guerra è la cifra stessa della pace. Siamo dunque in guerra gli uni contro gli altri; un fronte di battaglia attraversa tutta la società, continuamente e permanentemente, ponendo ciascuno di noi in un campo o nell’altro. Non esiste un soggetto neutrale. Siamo necessariamente l’avversario di qualcuno.»

Michel Foucault, Bisogna difendere la società.