Donatella Di Pietrantonio ha vinto con 189 voti il Premio Strega e il Premio Strega Giovani, con il romanzo L’età fragile edito da Einaudi.
Secondo posto per Dario Voltolini con Invernale (143 voti) e terzo per Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (138 voti). Quarta Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (83 voti), quinto Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (66 voti) e sesto Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (25 voti).
La giuria del premio è composita, in quanto tenta di dare voce a tutte le diverse tipologie di lettori, esperti e non. Ci sono i 400 voti degli Amici della domenica. A cui si sommano 245 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 35 Istituti italiani di cultura all’estero. 30 voti di lettori forti scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria. E 25 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma. Insomma una panoramica ampia ed articolata.
La premiazione è stata presentata da Geppy Cucciari e Pino Strabioli che hanno saputo portare una ventata di novità ed ironia in una cerimonia spesso ingessata. Già la presentazione dei concorrenti è stata strutturata in maniera divertente. Una clip di presentazione da parte di un personaggio comune, non appartenente all’ambito dell’editoria, che evidenziava quello che a suo avviso era la connotazione più significativa del testo, cui faceva seguito un breve colloquio con l’autore condotto dai due presentatori ed infine uno spot impossibile. Ad esempio, Calvino o Ungaretti che con abile montaggio di immagini chiedevano di votare per il proprio autore di riferimento.
Insomma una serata intensa con una vincitrice annunciata. Pur non avendo ancora letto il testo vincitore, conosco ed apprezzo la Di Pietrantonio per aver letto l’Arminuta, premio Campiello 2017. L’autrice nella sua produzione dà voce ai vinti presentandoli in chiave realistica, con il loro dialetto, ben dosato ed equilibrato rispetto all’italiano. Denominatore comune di tutte le storie è l’ambientazione nell’Abruzzo mitico, selvaggio e poetico, la sua regione tanto profondamente amata.
In L’età fragile si affronta anche la violenza di genere a partire da un fatto di cronaca nera avvenuto in Abruzzo nel 1997.
Emozionata e visibilmente commossa la vincitrice, dopo i ringraziamenti di rito, ha detto: Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi non sono più scontati. Un concetto condivisibile pronunciato in tono sommesso ma fermo, non urlato ma pienamente convinto.
Un dettaglio mi è sembrato di grande impatto emotivo: dalla scollatura dell’elegante abito di questa piccola donna faceva capolino un lembo di reggiseno bianco. Quasi a smontare l’ufficialità, quasi a ricondurre le tematiche, le storie, i libri su cui si giocano interessi delle grandi case editrici, ad una dimensione più quotidiana e comune, in cui tutti noi lettori e noi donne in particolare possiamo identificarci.