Nelle elezioni politiche della Gran Bretagna i laburisti trionfano, conquistando nettamente la maggioranza assoluta. Esce a pezzi il partito conservatore, dopo quattordici anni consecutivi di guida incontrastata, mentre un buon successo conseguono i liberaldemocratici, così come anche il partito di Nigel Farage. Diversi ministri britannici perderanno il loro seggio.
Le elezioni generali nel Regno Unito sono state indette relativamente in anticipo rispetto al termine naturale della legislatura, previsto al massimo entro la fine dell’anno, per volere del Primo Ministro Rishi Sunak, in seguito ad un diffuso malcontento per svariate problematiche interne al suo partito e del paese, specie in ambito economico, nonché ad una generale perdita di consensi, anche personale.
Ma chi è il vincitore di queste elezioni? Keir Starmer, leader del partito laburista, classe 1962, avvocato cresciuto nel ricco Surrey, è il primo capo di partito a provenire dalla classe lavoratrice dai tempi di Margaret Thatcher. Queste sono state le prime parole del prossimo premier britannico: “A tutti coloro che hanno fatto campagna per il Labour in queste elezioni, a tutti coloro che hanno votato per noi e hanno riposto la loro fiducia nel nostro Partito Laburista rinnovato, grazie”.
Eletto in Parlamento nove anni fa, da quattro guida il partito di centro-sinistra che ha trasformato archiviando la fase radicale di Jeremy Corbyn, espulso insieme ad altri esponenti tacciati di antisemitismo. Considerato poco carismatico, il suo profilo “ordinario” viene apprezzato da chi critica gli eccessi di Boris Johnson e Liz Truss a Downing Street. Eletto col 56%, ha battuto le due rivali Lisa Nady e Rebecca Long-Bailey.
I genitori scelgono il nome in omaggio a Keir Hardie, fondatore nel 1906 del Partito Laburista. Cresce a Oxted, nel Surrey, dove frequenta la Reigate Grammar School, poi intraprende gli studi in legge all’Università di Leeds e al collegio Saint Edmund Hall di Oxford. Dopo la laurea, nel 1987 inizia la carriera legale come barrister, specializzandosi in diritti umani. Nel 2002 avanza al QC (Consiglio della Regina).
Direttore della Procura britannica fino al 2013, due anni più tardi Starmer viene eletto per la prima volta alla Camera dei Comuni per il collegio di Holborn and St Pancras. Durante la leadership di Jeremy Corbyn ricopre per due anni la carica di ministro-ombra per la Brexit. Nel 2014 è nominato Knight Commander of the Order of the Bath mentre tre anni più tardi presta giuramento come membro del Consiglio privato: nomine che gli hanno valso l’appellativo di “Sir”.
Sposato dal 2007 con Victoria Alexander, è padre di due figli, cresciuti secondo la religione ebraica professata dalla moglie, che sulla scena pubblica ha sempre mantenuto un basso profilo. Un’assenza dai riflettori confermata anche in occasione della campagna elettorale, tanto che da più parti viene definita una figura “fantasma”.
Considerato rigido e poco empatico, finora Starmer ha faticato a scaldare i cuori dell’elettorato. Secondo le rilevazioni, i consensi per il partito laburista superano quelli del suo apprezzamento personale.
Sulla questione Brexit, anche nel corso della campagna elettorale il candidato premier laburista ha promesso di mantenere il Regno Unito fuori dal mercato unico europeo, ma si è detto favorevole a un riavvicinamento con Bruxelles. Tra le ipotesi in campo quella di una partnership strategica su specifici dossier come migrazioni, cambiamento climatico e qualifiche professionali.