Da domenica 7 a sabato 13 luglio “Parole e Voci sul mare”, la rassegna delle serate d’autore organizzata da Frame – Festival della Comunicazione. Cinque serate sul mare nel centro di Camogli aspettando il Festival della Comunicazione, che tornerà dal 12 al 15 settembre. Ospiti: Antonio Scurati, Marta Stella, Laura Buffoni, Gherardo Colombo e Federico Rampini.
www.festivalcomunicazione.it/parole-e-voci-sul-mare-2024.
Antonio Scurati, Fascismo e populismo.
L’allarme per un ipotetico ritorno del fascismo guarda nella direzione sbagliata. L’attenzione degli allarmati democratici si concentra sui segnali più vistosi: gesti identitari (saluti romani, croci celtiche), violenze fisiche, manifestazioni di odio razziale. Si tratta di fenomeni esecrabili, ma appunto perché plateali forse meno pericolosi rispetto a quelli meno immediatamente evidenti: i movimenti politici che, pur ripudiando il ricorso alla violenza sul piano fisico (ma non su quello verbale) e pur muovendosi all’interno delle regole del gioco democratico, manifestano chiari caratteri ereditari del fascismo novecentesco.
Marta Stella in dialogo con Cinzia Leone, Clandestine. Il romanzo delle donne.
Cosa sanno le ragazze di oggi di quanto erano clandestini i corpi e i sogni delle loro madri e delle loro nonne? Nulla. In Italia, femminismo e movimento studentesco nascono in parallelo, ma gli anticoncezionali sono introvabili, l’aborto è un delitto e gli “angeli del focolare” possono al massimo aspirare a diventare gli “angeli del ciclostile”. In uno straordinario intreccio tra saggio e romanzo e in un prezioso passaggio di consegna tra le generazioni, Marta Stella rilegge il tradimento del ’68 e la strada dell’emancipazione femminile. Da Adele Faccio a Emma Bonino, da Elvira Banotti ad Annie Ernaux, da Eugenia Roccella a Carla Lonzi, le protagoniste dell’autodeterminazione. Il racconto corale dell’unica rivoluzione di cui le donne non si sono mai pentite, quella femminista. I diritti conquistati non sono mai per sempre, difenderli è un dovere e una straordinaria avventura. Il romanzo delle donne è appena iniziato.
Laura Buffoni in dialogo con Rosangela Bonsignorio, Un giorno ti dirò tutto.
“Eppure non posso fare a meno di sentirmi una sfigata, una fuori posto. Nel cammino accidentato della vita che inaridisce e si scolora ogni giorno un po’, continua ad accompagnarmi la vecchia paura di mettere un piede in fallo”. Laura ha sei anni quando i suoi genitori decidono di trasferirsi in uno dei quartieri più malfamati di Roma, convinti che i bambini debbano stare a contatto “con la vita vera”. Ma la vita vera “si vive”, non si finge. Con il suo romanzo di esordio Laura Buffoni entra a far parte del gruppo di scrittrici contemporanee che hanno fatto letteratura della propria biografia, con i suoi grandi traumi e le sue gioie, piccole e fondamentali.
Gherardo Colombo in dialogo con Danco Singer, Luglio 1994. Una svolta per Mani Pulite.
Trent’anni fa, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, avvennero due eventi che segnarono una svolta nell’inchiesta di Mani Pulite. Agli inizi di luglio 1994 il maresciallo Francesco Nanocchio della Guardia di Finanza viene arrestato, accusato di aver ricevuto dei soldi da Telepiù, una società del gruppo Fininvest; a metà luglio, mentre l’Italia si accinge a disputare la finale dei mondiali di calcio, il governo Berlusconi vara un decreto, intitolato al ministro Alfredo Biondi, che vieta gli arresti e scarcera gli indagati per corruzione. Il decreto, considerato incostituzionale da molti esponenti della società civile, viene poi respinto in Parlamento con 418 voti, 33 favorevoli, 41 astenuti. Da allora, iniziarono le difficoltà per le indagini.
Federico Rampini, Il nuovo impero arabo.
“L’Arabia – preceduta dai laboratori di Dubai e del Qatar – ha rotto con il passato e dismesso la cultura dell’invidia. Se l’esperimento saudita procederà lungo questa strada, sarà una novità che a lungo termine potrebbe avere ripercussioni mondiali spezzando la catena del rancore per l’Occidente che contribuisce alla diffusione del jihadismo e della violenza fanatica. E non è un caso che a proporre una narrazione diversa sia l’unico grande Paese del Medio Oriente a non essere mai stato una colonia dell’Occidente.” Dai suoi recenti viaggi in Arabia Saudita, Federico Rampini porta con sé una sensazione: l’euforia del “tutto è possibile”. L’Arabia è uno degli epicentri economici mondiali, un gigantesco cantiere di sviluppo, un nuovo Eldorado che attrae investimenti (e investitori) da tutto il mondo e che guarda al futuro con ottimismo. Tutto questo, però, ha un costo molto alto.