Il grande storico Marc Bloch scrive “La strana disfatta” tra luglio e settembre del 1940, a 54 anni, subito dopo disfatta dell’esercito francese davanti all’invasione tedesca ed è un’analisi delle ragioni della sconfitta. Bloch, passerà nella resistenza, e verrà fucilato dai tedeschi il 16 giugno 1944, qualche giorno dopo lo sbarco degli Alleati in Normandia. Nel passo citato emerge la capacità dello storico di scavare nei recessi delle mentalità, nel sottosuolo dei preconcetti e delle paure di massa.
«Le bombe cadono molto dall’alto e la loro traiettoria appare, a torto, perfettamente verticale. Il gioco combinato del peso e dell’altitudine imprime loro un formidabile slancio, al quale anche gli ostacoli più solidi paio incapaci di resistere. Vi è qualcosa di inumano in tale direzione di attacco abbinata ad una simile potenza. Al suo scatenarsi, come di fronte ad una calamità naturale, il soldato china il capo convinto di non avere scampo. (In realtà, un fosso, anche un “ventre a terra” eseguito al momento opportuno, possono assicurare una buona protezione contro le schegge, in genere meno numerose di quelle di una granata; purché, ovviamente, non si venga colpiti dalla bomba. Ma, si tratti di aviazione o di artiglieria, c’è pur sempre, come dicono i veterani, molto “spazio a fianco”). Il rumore è intollerabile, selvaggio, estenuante: sia il sibilo, volontariamente intensificato, sia le detonazioni che scuotono il corpo fino alle midolla. La stessa deflagrazione, che smuove l’aria circostante con inaudita violenza, imprime negli animi un senso di lacerazione cui corrisponde sin troppo bene lo spettacolo dei cadaveri atrocemente dilaniati e insozzati sino all’orrore dalle tracce dei gas prodotti dall’esplosione. Sempre l’uomo teme la morte, ma mai l’idea della propria fine gli appare tanto intollerabile come quando ad essa si aggiunga la minaccia di un totale annientamento del proprio essere fisico; l’istinto di conservazione non conosce forse forma più illogica di questa, ma neppure tanto profondamente radicata.»
Marc Bloch, La strada disfatta. Testimonianza del 1940.