Ph. by CGIL
Cominciano le grandi manovre delle opposizioni dopo l’approvazione della riforma sulla autonomia differenziata, che consente alle regioni s statuto ordinario di richiedere allo Stato competenze su 23 materie ed oltre 500 funzioni.
Per bloccare l’esecutività della legge esistono due strade, non alternative. I Presidenti delle Regioni hanno la possibilità, entro 60 giorni dalla entrata in vigore della legge, di adire la Corte Costituzionale nel caso in cui giudichino la norma in violazione dei principi costituzionali. Non sappiamo ancora quanti saranno i Presidenti che intenderanno utilizzare tale strumento, ma è certo che in diversi ci stanno pensando.
Poi, si può ricorrere anche all’istituto del referendum abrogativo della legge Calderoli. In questo caso vanno raccolte almeno 500.000 firme, oppure va presentata richiesta da parte di almeno 5 Consigli Regionali.
Va considerato che questa seconda strada, con l’aria che tira in termini di astensionismo, pare più in salita perché il referendum abrogativo, rispetto al referendum costituzionale, è valido solo se si reca al voto più della metà degli aventi diritto.
Staremo a vedere nelle prossime settimane quali saranno gli scenari che matureranno. La battaglia contro l’autonomia differenziata è appena iniziata.