Ieri si è concluso il Vertice G7 sotto la presidenza italiana. La conferenza stampa di Giorgia Meloni ha ripercorso le questioni principali che sono state affrontate: la gestione delle guerre, le sfide della innovazione tecnologica, i modelli di cooperazione tra le potenze occidentali ed il resto del mondo.
Si guarda in particolare all’Africa ed al Mediterraneo, anche perché intanto il Gruppo dei Brics continua a consolidare la rete delle sue alleanze. La Turchia di Erdogan, storico membro della NATO, ha chiesto di aderire ai Brics. E proprio durante il Vertice pugliese il presidente brasiliano Lula da Silva ha dichiarato il suo appoggio a questa richiesta.
Le alleanze internazionali stanno scomponendosi e ricomponendosi. Per i G7 diventa necessario costruire una nuova capacità attrattiva per evitare di vedere allargare il fronte unico degli oppositori. Il Mediterraneo e l’Africa saranno con ogni probabilità il terreno di confronto più rilevante nei prossimi decenni.
Da questo punto di vista l’Italia torna ad avere un ruolo importante, per il dialogo con il fronte meridionale del mondo.
In qualche modo si sta ricomponendo su basi differenti la faglia che metteva in contrapposizione la NATO con il Patto di Varsavia. Finora l’occidente non ha rinnovato la sua proposta politica e non ha dimostrato una nuova capacità attrattiva.
Viene ora il tempo di cambiare passo. Qualche timido segnale è venuto dal G7 di Borgo Egnazia. Non è ancora sufficiente, anche perché molti dei leader presenti portavano, per ragioni differenti, il fardello della loro debolezza politica.
Tra G7 e Brics comincia a delinearsi un conflitto che potrebbe essere disinnescato da una conferenza internazionale per costruire nuovi assetti economici e politici mondiali. Finora nessun leader è riuscito a comprendere che la pace si costruisce delineando nuovi orizzonti e non gestendo conflitti locali.