“Valore” è inserita da Erri De Luca nel suo primo libro di poesie, “Opera sull’acqua e altre poesie”: “Per chi scrive storie all’asciutto della prosa, l’azzardo dei versi è il mare aperto… È che dai cinquant’anni un uomo sente di doversi staccare dalla terraferma e andarsene al largo”.
Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale,
l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto,
un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani
non varrà più niente e quello
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
risparmiare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dove è il nord,
quale è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Valore.