“Alle fronde dei salici” apre la raccolta di 20 composizioni di “Giorno dopo giorno” scritte tra il 1943 e il 1945, gli anni della Liberazione. Nel 1944 Quasimodo, soffocato dal dolore e dal lutto, non riesce a produrre un solo verso. Quando riprende la penna scrive “Alle fronde dei Salici”.
E come potevamo noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Alle fronde dei salici.