Università americane in fiamme? A leggere i titoli di alcuni quotidiani nazionali, sembra proprio di si. Invece la situazione, per ora, è a macchia di leopardo con qualche punta di estremismo.
Cominciamo da New York, insieme alla California culla del movimento studentesco sin dagli anni Sessanta del secolo scorso. Per dire proteste studentesche a New York, bisogna sempre guardare alla Columbia University. Università nel network Ivy League (le più prestigiose e con rette annuali da capogiro), la Columbia da sempre, almeno da sessanta anni, è la culla del radicalismo lefty, ora anche woke. Da almeno quattro mesi dopo l’eccidio del 7 ottobre di Hamas contro i kibbutz e i territori israeliani, e la reazione dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza contro Hamas e i civili, sono iniziate le proteste contro Israele e pro-Palestina. Gli studenti ebrei sono stati oggetto di insulti, in alcuni casi di minacce fisiche, tanto da spingere un influente rabbino newyorkese a consigliare agli studenti ebrei di fare attenzione alla loro incolumità fisica.
Le proteste nell’enorme campus della Columbia University da giornaliere sono diventate stanziali. Tende, bivacchi e occupazione degli spazi universitari. Sino alla irruzione della polizia di New York, che giovedì 18 aprile è entrata nel campus ed ha arrestato oltre cento manifestanti. Ovviamente la protesta non si è arrestata. Altri manifestanti sono subentrati. Questo ha costretto la Presidente (Rettrice) della Columbia University a cancellare tutte le classi in presenza. Tutti i corsi si terranno in remoto. A quella della Columbia è seguita la protesta, ancora in corso, degli studenti della The New School for Social Research. Da sempre una università molto lefty. Il core di questa protesta non si arresterà e confluirà, sicuramente maggiorato, alla Convention Democratica di Chicago in programma dal 19 al 22 agosto prossimi. Convention che incoronerà il Presidente Biden per la ri-disfida con Donald J. Trump. I segnali e i casi storici ci sono tutti.
Sono le proteste di New York legittime? Certo. Sanzionate dal Primo Emendamento della Costituzione USA (Freedom of Speech). Sono politicamente neutrali? Qui bisogna fare chiarezza, o almeno provarci. La protesta contro Israele viaggia sulla linea sottile di un silent approval o quanto meno giustificazione tacita dell’operato di Hamas, e ad un sostegno all’attacco iraniano ad Israele. Sono ragazzi, ma di certo sono studenti molto attenti alle dinamiche internazionali, non senza qualche dose di intrusione ideologica poco recettiva ad intavolare un faticoso e duraturo processo di pace. Le università rispondono con il dialogo e con la prudenza di trasferire il carico didattico online. I grandi donors americani stanno a guardare gli sviluppi. I donors ebreo-americani hanno da tempo deciso o di bloccare le donazioni oppure di valutare l’operato dei maggiori Rettori delle Ivy League. E’ ovvio che i Rettori non sono contenti, e l’eventuale prestigio accademico didattico e globale delle Ivy League vacilla.