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LE CITAZIONI: La Pira, non distruggiamo le città!

by Ernesto Scelza
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È il discorso che Giorgio La Pira, storico sindaco di Firenze nel dopoguerra, tenne il 12 aprile 1954 a Ginevra all’Assemblea della Croce Rossa Internazionale. In esso si afferma il compito delle città nella costruzione della pace di fronte alla minaccia di un conflitto nucleare.

«La distruzione simultanea delle città essenziali può essere compiuta in pochi secondi! Non siamo nel campo della fantasia, ma nella sfera delle cose possibili, nel volgere di poche ore la civiltà umana potrebbe essere irrimediabilmente privata di Firenze e di tutte le capitali del mondo. Tutti si chiedono: Che sarebbe del mondo senza questi centri essenziali, senza queste fonti insostituibili, senza questi fari che riflettono la luce della civiltà? Ecco il problema fondamentale dei nostri giorni si pone così: Gli Stati hanno il diritto di distruggere le città? Di uccidere queste “unità viventi” – veri microcosmi in cui si concentrano i valori essenziali della storia passata e veri centri da cui si irraggiano i valori per la stessa storia futura – che costituiscono il tessuto intero della società e della civiltà umana?

La risposta, secondo noi, deve essere negativa! Le generazioni attuali non hanno il diritto di distruggere una ricchezza che è stata loro affidata in vista delle generazioni future! Si tratta di beni che derivano dalle generazioni passate e di fronte ai quali le presenti rivestono la figura giuridica degli eredi fiduciari: i destinatari ultimi di questa eredità sono le generazioni successive (…). Nessuno ha il diritto di distruggere le città: dobbiamo conservarle, integrarle e ritrasmetterle; non sono nostre, sono d’altri. Sono venuto per affermare il diritto all’esistenza delle città umane, un diritto di cui siamo titolari, noi della generazione presente, ma del quale sono titolari ancor di più gli uomini delle generazioni future; un diritto il cui valore storico, sociale, politico, culturale, religioso si fa più grande a misura che si chiarisce, nella meditazione umana attuale, il significato misterioso e profondo delle città. Ogni città è una rocca sulla montagna, è un candelabro destinato a rischiarare il cammino della storia. Nessuno, senza commettere un crimine irreparabile contro l’intera famiglia umana, può condannare a morte una città! Ecco allora ciò che io chiedo in veste quasi di procuratore di tutte le città su cui pende la minaccia spaventosa di una simile condanna: io domando che il diritto delle città all’esistenza sia formalmente e solidalmente riconosciuto dagli Stati che hanno il potere di violarlo; io domando, anche a nome delle generazioni future, che i beni di cui sono destinatarie non siano distrutti. E perché si possa raggiungere questo scopo, io domando che intanto gli Stati si riconoscano responsabili dei luoghi e dei posti essenziali per l’esistenza stessa della civiltà umana e che, di conseguenza, siano, a priori, sottratti a qualsiasi minaccia mortale di azioni di guerra.»

Giorgio La Pira, Il valore delle città.