Il libro ha come titolo, peraltro intrigante, “In un mare senza blu” ed è arrivato nelle librerie il 12 Marzo scorso, pubblicato dalla casa editrice iDobloni per la collana “Enigmi”. Esso è stato presentato, per significativa scelta dell’autore, presso l’Auditorium del Liceo Classico Pitagora di Torre Annunziata, città difficile in fase di riscatto nascente.
L’autore del romanzo è Francesco Paolo Oreste, l’Ispettore di Polizia napoletano il quale ha la passione per una scrittura vera, che racconta senza remore i crimini della nostra realtà quotidiana, che vede comunque Napoli far da epicentro esistenziale di tutti coloro che la amano.
I protagonisti sono tre ragazzini di Vico Stella: Mario, Ciro e Michele. Tre amici che vanno incontro ai propri destini in una vita che ha regalato loro soltanto l’amicizia nata nel Vicolo, senza altri sconti o premi, in un contesto segnato da povertà e abbandono, per una esistenza emarginata in una Napoli affacciata sul mare del golfo, che per loro non ha blu.
Una Napoli che, per certi versi, conferma di essere un Paradiso abitato da diavoli. Questa espressione viene attribuita normalmente a Goethe. Invece Benedetto Croce la rivendicò come espressione senza tempo e senza autore, ricorrente forse fin dal medio Evo. Nel Cinquecento, però, sembra che sia stata pubblicata da un letterato toscano, tal Bernardino Daniello, che ebbe a scrivere per Napoli l’etichetta «questo paradiso ad habitare a diavoli». Una espressione che, in ogni caso, riesce a definire, in estrema sintesi, il fascino perverso e la affascinante perversione che sono proprie della grande capitale del Mezzogiorno.
Siamo però ancora all’incipit dell’articolo e già abbiamo scomodato due grandi pensatori “moderni”, come Goethe e Croce, che – ciascuno a proprio modo – apprezzarono Napoli.
E ora stiamo per tirare in ballo un terzo grande pensatore della Contemporaneità, che sarebbe sminuente definire napoletana. Ci riferiamo a Enrico De Luca, molto famoso come Erri De Luca, l’intellettuale napoletano contemporaneo più grande di tutti, senza possibili paragoni. Erri è scrittore, giornalista, poeta e traduttore di sacre scritture antiche. Egli ha vergato di propria mano anche la Prefazione di uno dei romanzi già pubblicati dal giovane Oreste, scrittore a tutto tondo: L’ignoranza dei numeri. Storia di molti delitti e di poche pene”.
Ed Erri De Luca, da par suo, stregando il lettore con la sua prosa incalzante, già nelle prime righe della propria Prefazione scrive: Ammetto da colpevole di non essere lettore di storie criminali e libri gialli. Ho ricevuto in fasce questo romanzo, ho cominciato a leggerlo con la precauzione di quando spero che un libro mi interessi, ma sospetto il contrario. Mi sono trovato dentro Napoli, nel suo metabolismo famelico, in mezzo ai suoi febbrili anticorpi e ne sono uscito a fine storia, accompagnato all’uscita con un foglio di via, altrimenti sarei rimasto dentro”.
Dopo l’uscita del libro, Oreste – che ha respirato da giovanissimo per qualche anno anch’egli, come Erri, l’aria stimolante di Monte di Dio, per avervi frequentato la storica Scuola Militare Nunziatella, testimone viva della grande Storia di Napoli – durante un’intervista, a proposito della Prefazione ricevuta da un tale Maestro, ha detto semplicemente di avere vissuto la esperienza con: “Un’emozione immensa, come se avessi fatto due palleggi con Maradona.”.
E ha dimostrato così la capacità comunicativa dello scrittore di razza, capace di farsi capire con immediatezza da tutti. E, soprattutto, dai giovani.
Non a caso i suoi romanzi si trovano normalmente anche in e-book nel web, oltre che in libreria, per felice sua intuizione.
Intanto, noi chiudiamo l’articolo così: “In un mare senza blu” è un libro sicuramente da leggere per avviarsi a conoscere la straordinaria complessità del Paradiso abitato da diavoli.