Henry Kissinger, scomparso lo scorso novembre all’età di 100 anni, è stato uno dei maggiori artefici, nelle vesti di consigliere per la Sicurezza nazionale e di segretario di Stato, del potere americano e della “vittoria” sull’Unione Sovietica nella guerra fredda. l’America, afferma, manterrà un ruolo geopolitico di primo piano, ma dovrà imparare a svolgerlo con una nuova “cultura globale, strutturale e giuridica” che trascenda gli interessi particolari e rispetti profondamente la storia e la cultura di ogni paese.
«La nostra epoca è alla ricerca insistente, a volte quasi disperata, di un’idea di ordine mondiale. Il caos incombe minaccioso, accompagnandosi con un’interdipendenza senza precedenti: nella proliferazione delle armi di distruzione di massa, nella disintegrazione degli Stati, nell’impatto delle devastazioni ambientali, nel persistere delle pratiche genocide e nella diffusione di nuove tecnologie che rischiano di spingere il conflitto al di fuori del controllo o della comprensione dell’uomo. Nuovi metodi di accesso all’informazione e di comunicazione uniscono differenti regioni come mai nel passato e proiettano gli eventi su scala globale, ma in un modo che impedisce la riflessione, costringendo i leader ad avere reazioni istantanee in forma di slogan. Ci aspetta forse un periodo in cui a determinare il futuro saranno forze che vanno oltre i limiti di un qualsiasi ordine?
Un ordine mondiale veramente globale, cioè un assetto delle relazioni internazionali riconosciuto e condiviso da tutti gli Stati, non è mai esistito nella storia, perché le diverse civiltà hanno sempre considerato la propria cultura e le proprie leggi le uniche universalmente valide relazioni internazionali riconosciuto e condiviso da tutti gli Stati, non è mai esistito nella storia, perché le diverse civiltà hanno sempre considerato la propria cultura e le proprie leggi le uniche universalmente valide. Così ogni epoca è stata caratterizzata dalla supremazia di una o più potenze egemoni che hanno cercato di imporre, nelle rispettive zone d’influenza, il proprio modello di organizzazione politica e statuale, con esiti più o meno duraturi, ma comunque sempre transitori. Lo dimostra l’attuale sistema unipolare a guida statunitense, affermatosi ormai da un quarto di secolo, che dopo aver tentato di esportare su scala planetaria i principi della democrazia e del libero mercato, sembra avviato verso un inarrestabile declino.»
Henry Kissinger, Ordine mondiale.