Un breviario sull’amore con venature teologiche. È in sintesi questo il senso dell’ultimo libro di Marcello Veneziani, pensatore di punta della nuova destra, “L‘Amore necessario”, Marsilio pp. 218, Euro 18. Almeno a fissarne l’assunto. Ovvero, Amor che muove il cielo e le altre stelle.
Tutto è amore. Poi c’è la coppia Amore-Odio. Armonia e Disordine. E pure l’intelligenza artificiale che si combatte con l’Amore umanizzando la tecnica.
Fin qui romanticismo platonico politico. Poi c’è la “scala dell’amore” di Veneziani che conduce al ‘Sommo Bene’. Eccola: Vita, Coppia, Famiglia, Patria, Mondo, Sapienza, Destino, Dio, La Verità. Tutto ben saldo, carnale scrive Veneziani, e solido, e ‘Verticale’. Da cielo in terra e viceversa a miracolo mostrare. Come nello stil novo poetico.
Abbondano così Dante, Platone, Sgalambro (ma non era nichilista?), Empedocle, Battiato. Non si fa mancare niente Veneziani. Teorico a suo tempo di Gramsci da assumere a destra, nelle tesi 1994 An di Fiuggi, e di Berlusconi come ‘occasione’ per la destra, malgrado il kitsch edonista che egli aborriva. Beh, su questo ebbe ragione, ammettiamolo! Perché fu Silvio il padre vero di Meloni sdoganata, oltre ad Almirante nonno di Giorgia. E anche su Gramsci ebbe ragione, nel senso che pure Sangiuliano oggi lo segue. E loda Gramsci ‘nazional popolare sovranista’. Sempre che non sia lui, Veneziani, a far da spin doctor a Sangiuliano in tema. Laddove il ministro scrive pezzi colti a riguardo. Come di recente sul Corriere su Gramsci.
Stupisce però il sistema di pensiero di Veneziani. Profondo e denso quanto un breviario alla Ratzinger, ridotto altresì all’osso. Dio-Patria e Famiglia-Occidente. Logos Cristiano senza conflitto, senza gli altri, le differenze – salvo quelle nazionali – senza il dominio e le ineguaglianze. È solo questione d’amore, scrive. Tu fai il pieno d’amore, ami e ricopri d’amore il mondo dentro la coppia, la famiglia, i figli, la patria, il mondo e infine in Dio. Insomma: Orizzontale e Verticale, Terra con Eros e Conoscenza. Fino in cielo.
Una teologia politica erotica quella di Veneziani, dove l’amore è come lo Spirito hegeliano che tutto pervade e tutto unisce in una scala che conduce all’Assoluto neccessario. Solo che in Hegel, a differenza dei romantici, contava la Ragione incarnata in interessi concreti e liberali e non la Fede, o la mistica sentimentale, artistica oppure religiosa. Al più solo gradini preliminari ‘emotivi’ del sapere.
E poi, Veneziani non vede una cosa essenziale al di là della sua mistica teologica e politica. Amore non è un ‘capitale’ da spendere e scialare. Non è un’anima del mondo. Esso nasce, come spiega Platone nel Simposio, da mancanza, da de/siderio – smarrimento di stelle/sidera – frustrazione da dis/aiuto. Fragilità. E infine gratitudine. Da cui sorge davvero l’ amore. Che è bisogno di riempimento psicologico. Riconoscenza verso l’altro, che ti riconosca e non disconosca, o ti opprima, e ti aiuti a diventar qualcosa e a liberare te stesso per liberare gli altri.
Eccola alfine la distinzione destra/sinistra. Che non a caso Veneziani contestò sempre contro Bobbio, in nome dell’ autorità e della tradizione identitaria dei popoli, nel suo “La cultura della destra“, Laterza, 2002.
Da un lato quindi in Veneziani v’è l’apologia di valori e autorità, che affratellano in ‘comunità di destino’. Valori verticali, gerarchici, cuciti dall’amore radicato in terra ed etnia. Dall’altro c’è la lotta all’eguaglianza dei singoli, avversata come livellatrice e oppressiva. Cosmopolita e vuota, per Veneziani, tirannica, anonima.
Ben per questo egli scrisse “Dio Patria e famiglia. Rovesciare il 68“, per Mondadori (2012). Ovvero la classica rivoluzione conservatrice contro lo sradicamento inumano del moderno e post-moderno.
Insomma Veneziani è esattamente l’anti Bobbio. E anche in questo trattatello sentimentale lo dimostra. Trattatello teologico, politico, che rappresenta bene i sentimenti e l’eros della destra di governo, di cui Veneziani è un punto di riferimento ormai, dopo Berlusconi. Ovvero: nouvel droit nel solco di Alain de Benoist e Marine Le Pen. E cioè ineguaglianza ‘differenziale’, etnica e tradizione, amore del consanguineo comunitario, contro l’Uguaglianza come Libertà eguale. E contro i diritti sociali universali.
Insomma il contrario esatto del Bobbio di “Destra e sinistra“, Donzelli (1994), che metteva l’uguaglianza al primo posto come condizione della fraternità e anche della libertà tra gli umani e le umane. Libertà di tutti e di ciascuno, senza di cui non vi può essere alcun amore.