Una buona notizia per gli architetti napoletani, che a differenza di chi opera nelle “evolute” realtà metropolitane del nord Italia per non parlare di paesi come la Francia e la Spagna, devono confrontarsi con una realtà socio economica difficile ed avara di occasioni professionali.
In-Nova Studio in associazione con l’architetto Marilena Prisco e l’architetto Gaetano Gentile, giovani professionisti partenopei, hanno vinto il concorso ECOLUOGHI bandito dall’associazione culturale senza scopo di lucro Mecenate 90, nata nel 1990 per favorire la collaborazione tra soggetti pubblici e privati per la valorizzazione e gestione dei beni culturali e per la promozione del turismo culturale (in passato presieduta da Alain Elkann, oggi da Giuseppe De Rita, e che annovera nel proprio comitato scientifico personalità di altissimo livello come il compianto Giuseppe Galasso ed il filosofo Salvatore Veca).
L’edizione ECOLUOGHI 2017/2018, voluta anche dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e Unioncamere, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il sostegno di FederlegnoArredo, ha promosso in particolare il confronto su due linee progettuali distinte, tra ingegneri e architetti per l’ideazione di ECO_LUOGHI per l’abitare sostenibile.
I nostri bravi concittadini hanno partecipato (e vinto) nella sezione Linea progettuale “Rigenerazione Urbana” categoria Junior, ideata allo scopo di stimolare la riqualificazione architettonica e ambientale delle città e dei territori italiani per contenere il consumo di suolo e prevenire i danni ambientali, con un progetto denominato “Move On Up”.
Move On Up si pone l’ambizioso obiettivo di provare ad immaginare un nuovo utilizzo di un’area di Napoli, quella di Capodichino, in cui si registra un elevato consumo di suolo e in cui alto è l’impatto di agenti inquinanti legati alle infrastrutture di trasporto, attraverso il ripensamento funzionale degli elementi verticali costituenti il paesaggio urbano di riferimento quali recinti, muri e terrapieni prospettanti sugli spazi pubblici in nuovi dispositivi architettonici capaci di generare una diversa percezione e fruizione dei luoghi pubblici adibiti a verde.
Elementi verticali quindi che, da squallidi muri magari in calcestruzzo, dotandosi di innovativi sistemi di fitodepurazione a parete, che a differenza della fitodepurazione “tradizionale” permette l’incremento o l’introduzione della vegetazione filtrante in spazi ridotti, integrando così il filtraggio dell’aria al filtraggio e riutilizzo delle acque piovane, si mutano in oggetti dotati di un significato percettivo tutto nuovo.
Tema dominante quindi è l’innovazione tecnologica a impatto ambientale pressoché nullo attraverso la raccolta ed il filtraggio delle acque provenienti da tetti di edifici o da aree impermeabilizzate ed il successivo riutilizzo per l’attivazione di nuovi orti urbani e giardini didattici.
Ma si rappresenta anche una diversa idea di socialità a scala urbana di quartiere, così importante nella realtà napoletana, con l’introduzione di meccanismi di cooperazione atti a definire una idea più moderna ed europea di fruizione di spazio pubblico adibito a verde, oltre la tradizionale concezione di spazio pubblico visto e vissuto come sfera “isolata” dagli spazi privati.
Bene dunque la sperimentazione tentata dai giovani di In-Nova Studio, che, come si legge nella presentazione degli esiti del concorso, nel perseguire la tutela del territorio, necessità implicitamente promossa dall’art. 9 della Costituzione, ha mobilitato con inediti valori estetici, le diverse componenti naturali ed artificiali, generando (nella mobile attribuzione di senso con cui i cittadini lo possono riconoscere), un nuovo paesaggio della sostenibilità e dell’energia.
di Giulio Espero