fbpx
Home Cultura LE CITAZIONi: Teognide

LE CITAZIONi: Teognide

by Ernesto Scelza
0 comment

L’elegia, attribuita a Teognide, riflette sull’unica “areté” (virtù) apprezzata dagli uomini: il denaro. Non la saggezza di Radamanto, non l’astuzia di Sisifo, e nemmeno l’eloquenza di Nestore, la velocità delle Arpie e di Zetes e Kalais, i figli di Borea.

 

Ecco la sola qualità che vale

per la massa degli uomini: il denaro.

A niente servirebbe, tutto il resto:

nemmeno essere saggi come il grande

Radamanto, o saperne più di Sisifo,

– Sisifo, il figlio di Eolo, tanto astuto

che risalì l’Inferno: con le sue

belle parole seppe persuadere

Persefone, che tutto fa scordare

e inebetisce gli uomini; e nessuno

osò mai concepire quest’idea,

fra i tanti che coprì la nera nube

della morte e che giunsero all’oscura

terra di chi è finito, oltre la soglia

buia che serra le anime dei morti,

benché vogliano vivere; ma Sisifo,

l’eroe, fu tanto astuto da riuscire:

e di là ritornò, e rivide il sole –

e a niente servirebbe, se sapessi

inventare menzogne verosimili

come sapeva Nestore divino,

con il suo bel parlare; o se sapessi

correre ancor più svelto delle Arpie

rapide, ancor più svelto dei veloci

figli di Borea. Ecco la verità,

e tutti quanti fatene tesoro:

solo il denaro, a questo mondo, importa.

 

Solo il denaro importa, Elegie, 699-718, trad. di F. Condello