fbpx
Home Cultura LE CITAZIONI: Prosperi, la distruzione del passato

LE CITAZIONI: Prosperi, la distruzione del passato

by Ernesto Scelza
0 comments

Si moltiplicano i segnali d’allarme sulla perdita di memoria collettiva e di ignoranza della nostra storia. Nella realtà italiana di oggi c’è un passato che sembra dimenticato. E il peso dell’oblio è qui forse piú forte che altrove…”: così un allarmato Adriano Prosperi presentava anni fa alcune sue considerazioni sul nostro presente. Poi sono venuti la pandemia, la nuova crisi economica globale, l’invasione russa dell’Ucraina, le stragi in Israele e a Gaza e l’estendersi dei conflitti in Medio Oriente…

«Cambiano le generazioni e i figli assomigliano ai loro tempi più che ai loro padri, come scrisse Marc Bloch. La prospettiva delle nuove generazioni si è fatta diversa da quella dei loro padri, il mondo umano è cambiato, gli spazi e i tempi nuovi sono diversi dagli antichi, quelle che sembravano conquiste ferme e indiscutibili devono di nuovo sottoporsi alla prova della nuova configurazione del mondo. E chi profetizzava la fine della storia è stato presto disingannato. Quello che invece si è fatto sempre più evidente è un processo che potremmo definire di distruzione del passato. La definizione non ci appartiene. È stato Eric Hobsbawm nel suo celebre ‘Secolo breve’ a individuare questo fenomeno con parole degne di attenta lettura:

“La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”.

Da quando sono state scritte queste parole il fenomeno si è fatto sempre più evidente, tanto da suscitare diversi allarmi dando vita a diagnosi di vario genere. Oggi si va dicendo che una nuova malattia sociale incomberebbe su di noi: quella della memoria. Inevitabile pensare per analogia alla patologia individuale dell’Alzheimer. Ma mentre questa suscita angoscia al solo evocarla, l’offuscarsi della coscienza e della conoscenza storica nella società sembra passare quasi inavvertito. Eppure è un fenomeno diffuso in molti ambienti e in diverse fasce sociali, minaccia specialmente le nuove generazioni e il mondo della scuola e devasta quello della politica.»

Adriano Prosperi, Un tempo senza storia. La distruzione del passato.