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Un gruppone per l’Europa calcistica

by Luigi Gravagnuolo
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Al termine del girone di andata facciamo il punto sull’andamento del nostro maggiore campionato di calcio. Mettendo tuttavia subito le mani in avanti: quanto qui scriveremo è necessariamente ponderato al buio della campagna acquisti e cessioni in corso. Ci torneremo ad inizio febbraio, a calciomercato chiuso.

Dunque, la fotografia della classifica odierna non si discosta da quella post-dodicesima giornata, su cui avevamo già proposto le nostre valutazioni. Per lo scudetto era e resta sfida a due; ressa per la conquista di un posto al sole nelle competizioni europee; retrocessione ancora in gioco, ma con due squadre – Salernitana e Verona – fortemente indiziate di condanna alla serie B. Quanto alla terza che potrebbe accompagnarle, rischia più di tutte l’Empoli, pur se Cagliari e Udinese non possono starsene tranquille.

Scudetto: sarà Inter o Juve? Scommetto sulla Juve. La società, dopo le vicende giudiziarie dello scorso anno, si è ristrutturata, si avvale di un eccellente direttore sportivo, ha alle spalle gli enormi capitali della Exor, gode tuttora di un brand più che appetibile su scala mondiale, è libera per quest’anno da competizioni europee – con tutto il carico di stress, infortuni e fatica che comportano – dispone infine di una rosa giovane e motivata, oltre che di un eccellente allenatore. Di quelli con la pelle tosta, che in campo non fanno poesie ma punti!

L’Inter sulla carta ha una rosa più competitiva, esperta, potente, tecnicamente eccellente. La sua società però – nonostante Marotta – scricchiola per la voragine di debiti che ha accumulato; tutti comunque ampliamente coperti dall’enorme patrimonio della famiglia Zhang. Ogni tanto girano voci di una qualche forte criticità dei suoi bilanci: forse non incidono sugli umori dello spogliatoio, ma neanche rasserenano l’ambiente. La squadra è poi impegnata ad oggi ancora su tre fronti: Campionato, Supercoppa e Champions. Difficile per il buon Simone Inzaghi allenarla e provare schemi per un verso, mentre il rischio di affaticamenti muscolari e mentali dei calciatori è alto. Insomma, pur essendo la squadra più forte della Serie A, rischia di perdere per strada punti preziosi. E il vantaggio sulla Juve è irrisorio, solo due punti.

In coda molto dipenderà dal mercato invernale. Ad oggi il Verona sta vendendo piuttosto che comprando. Pare che la società – minacciata di essere addirittura cancellata dal calcio professionistico per il procedimento giudiziario per bancarotta, che coinvolge il suo presidente, Maurizio Setti – stia pensando a racimolare quello che può sul mercato e che abbia già rinunciato alla Serie A. Per quanto ci riguarda la diamo per spacciata. L’Empoli, pur protagonista di belle prestazioni, non riesce a far punti a cagione di una difesa debole nei due centrali e di un attacco spuntato. Se riuscisse a correggere queste due lacune a gennaio, potrebbe tentare la risalita. Il Cagliari, tra le ‘retrocedende’, ha sulla carta la rosa migliore e dispone di un allenatore più che scafato. Dovrebbe farcela, ma la sua stagione è tormentata da un eccessivo numero di infortuni.

E veniamo alla Salernitana. È il fanalino di coda, con soli 12 punti, ma la quart’ultima, sulla quale deve fare la corsa, ne ha 15: tre punti non sono irrecuperabili. Il patron Iervolino è stato lesto a rendersi conto di aver fatto un errore quando si è liberato senza tanta creanza del direttore sportivo che due anni fa l’aveva tirato fuori dalla retrocessione, il leggendario Walter Sabatini. Lo ha re-ingaggiato e lui subito si è gettato nell’impresa, infondendo nei calciatori le motivazioni indispensabili per dare in campo non il 100, ma il 120% necessario per tentare la salvezza. La campagna acquisti e cessioni, però, finora pare annaspare nella confusione. È stato ceduto al Napoli Mazzocchi, ottimo cursore di fascia, accontentando il calciatore, e finora non è stato chiuso alcun acquisto. Girano voci di riesumazione di vecchie glorie – Lamela e lo stesso Andrea Belotti – ma non si è capito quanto questi possano essere convinti di vestire la maglia granata e, soprattutto, come stiano i loro muscoli. Due anni fa, con Fazio, andò bene, peraltro il centrale ancora gioca con merito; vedremo quest’anno. Quello che è certo è che Sabatini ha intenzione di rafforzare la squadra più nella mente e nel carattere che nella tecnica.

Chiudiamo con la bagarre per l’Europa. Ad oggi il Milan, che intanto sta completando i suoi ranghi con vivace attivismo al calciomercato, è in una botte di ferro per quanto riguarda la Champions. Con sette punti di vantaggio sulla quinta non dovrebbe correre rischi.

Il quarto posto utile per la massima competizione continentale, oggi, al giro di boa, è occupato dalla Fiorentina, ma con un solo punto di vantaggio sul Bologna; che per ora starebbe in Europa League. Due punti dietro troviamo l’Atalanta – oggi in Conference League – e la Lazio. Quindi la Roma e, ancora dietro, il frastornato Napoli, a sua volta incalzato dal Torino. Insomma, in corsa per l’Europa troviamo un gruppone da cui finora non sono emerse gerarchie solide.

Chiudiamo col Napoli. Che precipizio! Lo scorso anno aveva vinto il tricolore già a marzo, chiudendolo con una distanza siderale dalla Lazio, seconda del campionato. Oggi deve cominciare a guardarsi le spalle, di questo passo rischia di dover battersi per non retrocedere! A mia memoria una parabola simile la attraversarono gli scaligeri di mister Osvaldo Bagnoli, trionfatori nella stagione ‘84/’85 con la conquista dello scudetto – era il Verona dei Giuliani, Marangon, Briegel, Di Gennaro, Elkjaer Larsen e Galderisi tra gli altri – e finiti al decimo posto nella stagione successiva, dopo aver lottato a lungo per non retrocedere. La parabola discendete, sempre col ‘mago della Bovisa’ in panchina, si concluse nell’89/’90 con la retrocessione in Serie B, proprio nell’anno in cui il Napoli conquistava il suo secondo scudetto. Qualcosa di analogo è successa, più recentemente, nella Premier col Leicester, scudettato nel 2015/16 con Claudio Ranieri in panchina e finito al 12° posto nella stagione successiva.

Stia attento ADL, quando la maionese ‘impazzisce’ non è facile rassodarla. Lo spogliatoio è in frantumi, con divisioni interne e agenti dei calciatori che se ne dicono di tutti i colori sui media e che altrettante ne rivolgono alla società; un direttore sportivo poco autorevole nello spogliatoio e sul mercato, a cui fa ombra il presidente tuttofare; un allenatore, il secondo quest’anno, alle prese con calciatori svogliati, scontenti e demotivati; ed una campagna acquisti invernali costellata finora di rifiuti, quasi tra i calciatori fosse girata la voce che a venire a Napoli alle condizioni del duo ADL-Chiavelli, se ne resta imbrigliati, senza neanche vedersi riconosciuti i meriti sul campo.

In queste tristi condizioni, dopo la partita in casa con la Salernitana, l’Armata Branca-Napoli volerà a Riad per la Supercoppa. Si ritroverà e tirerà fuori l’orgoglio? La speranza del tifoso non muore mai!