Regia di Paul Thomas Anderson
Con Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Camilla Rutherford, Bern Collaço, Richard Graham, Jane Perry, Ingrid Sophie Schram, Sarah Lamesch, Pip Phillips, Kelly Schembri
Il celebre sarto Reynolds Woodcock, dirige, insieme alla sorella, un atelier nella Londra degli anni 50.
Devoto sin dalla più giovane età al suo mestiere, che svolge con passione ed ossessiva ricerca della perfezione, Mr. Woodcock ha l’abitudine di contornarsi di splendide donne dalle quali trarre la giusta ispirazione per la creazione delle sue opere d’arte.
La sua routine è maniacalmente scandita da singoli riti propiziatori, volti a non turbare la sua verve creativa. Ogni giorno procede a ritmo lento, in religioso silenzio, l’unico rumore che si può udire fra le pareti del lussuoso palazzo nel cuore di Knightsbridge è il fruscio della matita sul foglio bianco, foriera di eleganti bozzetti trasformati presto in scintillanti vestiti degni delle nobildonne dell’epoca.
La vita londinese, troppo mondana per il bisbetico sarto, si alterna a momenti di ritiro dalle scene nella tenuta di famiglia sulla costa.
E’ lì che conquisterà, con fascinose battute e sguardi sicuri, una semplice cameriera che riterrà subito idonea a diventare la sua nuova musa ispiratrice, poiché rispondente a canoni ideali di bellezza sartoriale.
La bella ed acerba Alma, poco avvezza ad ambienti altolocati ed abiti preziosi, verrà catapultata nell’assurda ed opprimente vita della Maison, in cui c’è poco spazio per gli aspetti umani ed affettivi. Riuscire a penetrare a fondo nell’animo del capriccioso ed esigente sarto non è un’impresa semplice, ma la caparbietà e la solerzia della giovane fanciulla, scalfiranno in modo sottile la corazza di cui Mr. Woodcock si serve per proteggere sé stesso da delusioni e sofferenze di un passato irrisolto.
Il rapporto fra i due si trasformerà gradualmente in una patologica dipendenza, un odi et amo, una tenace ostinazione che li tiene uniti a dispetto delle loro abissali differenze.
Il filo nascosto è il marchio di fabbrica di Reynolds Woodcock, la sua firma in cotone, nascosta all’interno della fodera di ciascun abito che confeziona. E’ un tocco personale che rende le sue creazioni ancor più originali.
Ogni dettaglio è curato in modo minuzioso, le scene sono studiate con attenzione quasi maniacale. Lo spettatore rimane, senza dubbio affascinato e coinvolto dall’incanto delle ambientazioni e dallo splendore degli abiti, ma anche oppresso e schiacciato dai ritmi lenti e dagli eterni silenzi in cui emergono le magistrali interpretazioni di Daniel Day Lewis e di Vicky Krieps esaltate anche dai primi piani dei protagonisti che riempiono lo schermo molto più di ogni parola.
Un film nel suo insieme complesso, dietro poca fluidità ed un estremo ermetismo.
Di Carla Lauro