«In apparenza, niente di più semplice del rapporto di ‘phílos’, ‘amico’ con ‘philotes’, ‘phília’ ‘amicizia’. Ma già ci trattiene il fatto ben noto che in Omero ‘phílos’ ha due sensi: oltre a quello di ‘amico’, ‘phílos’ ha il valore di un possessivo: ‘phíla gounata’, ‘phílos huios’ non indicano l’amicizia ma il possesso: ‘i suoi ginocchi’, ‘suo figlio’. È una marca di possesso che non implica nessuna relazione amichevole. Tale è il contrasto tra i due sensi di ‘phílos’. (…) Bisognerà partire dagli usi e dai contesti che rivelano in questo termine una rete complessa di associazioni, sia con le istituzioni di ospitalità che con gli usi nell’ambito del focolare domestico, sia ancora con i comportamenti affettivi, per capire fino in fondo le trasposizioni metaforiche a cui l’attribuzione poteva prestarsi. Tutta questa ricchezza concettuale è stata sepolta e sfugge al nostro sguardo se riduciamo ‘phílos’ a una vaga nozione di amicizia o a una falsa nozione di aggettivo possessivo. È ormai tempo d’imparare a leggere Omero.»
Émile Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee.