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Da Pontecagnano il via al Costa d’Amalfi

by Federico L.I. FEDERICO
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E’ di questi giorni la notizia del “Via” ai primi collegamenti nello scalo aeroportuale di Pontecagnano, gestito da GESAC. Con l’Aeroporto Costa D’Amalfi la Campania potenzia la propria offerta, dopo il boom di collegamenti aerei da e per Napoli Capodichino.

Il primo volo commerciale inaugurale del Costa d’Amalfi è previsto per l’estate dell’ormai imminente anno 2024: in pratica domani. E’ prevista infatti nella prossima primavera la conclusione dei lavori connessi alla inaugurazione della stagione dei traffici turistici programmati prima dell’estate. Poi il Costa d’Amalfi decollerà, definitivamente, a metà del prossimo luglio, anche se sarà ancora in fase d’avvio in piena estate 2024, già con i primi collegamenti turistici, raggiungendo il pieno regime entro l’anno 2027. In pratica entro due, massimo tre anni, da oggi. L’obiettivo vero è raggiungere i quattro milioni di passeggeri per lo scalo di Pontecagnano-Faiano, che farà da supporto all’Aeroporto di Capodichino assorbendo – per quel che si sa – fondamentali rotte turistiche da e per la Campania nonché da e per l’Europa.

Questi quattro milioni di passeggeri saranno composti, quindi, in buona percentuale da turisti diretti, niente popò di meno che… a Pompei! Naturalmente!! O, almeno, attratti prioritariamente e principalmente da Pompei.

E proprio Pompei, la Regina dell’Archeologia mondiale – oggi ben guidata da Zuchtriegel, con la giusta attenzione verso la realtà comprensoriale vesuviana, non solo archeologica – intanto non perde occasione per farsi celebrare come un inesauribile scrigno di tesori e sorprese. Altro che Babbo Natale e la Befana messi insieme!

Intanto sulla Stampa nazionale e internazionale trova adeguato spazio il rinvenimento, nello strato del lapillo – durante lo scavo di messa in sicurezza perimetrale e valorizzazione di una Domus a nord della Casa di Leda e il cigno – di ben tredici statuine in terracotta, riproducenti esseri umani, animali e vegetali. (così è stato opportunamente definito il ritrovamento casuale, senza scomodare il termine “scoperta”, abusato negli anni passati fino alla stucchevolezza).

Intanto, ci si domanda se si tratti di un antico rito, non certo un presepio ante litteram visto che la tradizione presepiale italiana comincia nel Medioevo. Le sculture sono emerse infatti dal lapillo ad un’altezza superiore ai due metri rispetto al piano pavimentale. Anche questo è un aspetto singolare – che verrà studiato dagli esperti dello scavo – insieme al loro numero complessivo di Tredici, che, nella cabala e nel gioco delle carte, è numero significativo.

 

 

Ma torniamo ora all’Aeroporto Costa d’Amalfi, il quale ha suonato la carica con il proprio squillo di tromba…

E dunque ci domandiamo: quale è lo squillo di risposta da parte del Comprensorio vesuviano, che attende da circa un quarantennio la “bretella” a farsi dal Porto di Torre Annunziata alla direttrice autostradale Caserta-Salerno a monte del Vesuvio, per collegare la Stazione RFI Alta Velocità di Striano al mare Torrese/Stabiese del Marina di Stabia-Porto di Pompei?

E – visto che ci siamo con la Grande Pompei della Buffer Zone Unesco – ci domandiamo anche quale sia lo squillo di risposta della stessa Pompei, la Città nuova, rimasta impaniata in un Piano Regolatore Generale che risale all’anno di grazia 1975.

Certo non l’ex HUB Turistico di RFI Italia di Porta Marina Inferiore. Esso é morto, o quasi, prima di nascere!

La risposta è forse il Progetto EAV per Pompei, i cui lavori sembrano la tela di Penelope? Oppure lo squillo di risposta è forse la attesa riqualificazione della Via Nolana – il cui tracciato più o meno risale a duemila anni fa – che da decenni già ansima in una cappa quotidiana di smog da traffico penalizzato da un implacabile passaggio a livello della linea ferrata EAV della Napoli-Pompei-Poggiomarino. La soppressione di quel passaggio a livello è stata oggetto di estenuanti trattative imposte da uno drappello di passatisti, impegnati soltanto alla difesa del proprio particulare, angusto come le stradine malmesse della Crapolla, le quali innervano malamente il tracciato della antica e asfittica Via Nolana.

Se sono queste le risposte allo squillo di tromba del Costa d’ Amalfi, temiamo fortemente per il futuro del Comprensorio vesuviano dell’Ager Pompeianus, nella sua parte che si apre verso il mare, dove già la gloriosa rete ferroviaria Napoli-Salerno è stata declassata a metropolitana, utile forse ai residenti, ma certo non al turismo campano.

Comunque, queste sono soltanto previsioni, ovviamente. E qui in Campania siamo abituati a vedere slittare sine die la ripresa e l’ammodernamento delle linee dei trasporti, almeno quelli terrestri su ferro. Non abbiamo fortunatamente grandi ponti da mettere in cantiere – come il Ponte dei ponti sullo stretto di Messina – ma solo a manutenere quelli esistenti.

E lo facciamo con fatica. E male.