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Il campionato è già chiuso?

by Luigi Gravagnuolo
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Ph: Werner100359 CC-BY-SA 4.0

 

Alla sedicesima di Serie A pare che i giochi siano fatti, salvo che per le posizioni utili per l’accesso alle competizioni europee. Per il resto non dovrebbero esserci sorprese. Lo scudetto è materia per Inter e Juve, con la prima già in fuga; e per evitare la retrocessione sarà lotta tra Cagliari, Udinese, Empoli, Verona e Salernitana, con quest’ultima che sembra ormai condannata.

I granata a Bergamo sono stati imbarazzanti. Vero che avevano chiuso il primo tempo in vantaggio, ma già nella prima frazione di gioco avevano palesato lacune difensive spaventose, non sottolineate dai goal dei padroni di casa solo perché gli attaccanti se li erano mangiati. Una migliore mira nel secondo tempo ed è finita 4 a 1 senza spazio per recriminazione alcuna. Ora il patron Iervolino, pressato dagli umori della piazza, ha richiamato il grande Walter Sabatini e pare voglia esonerare Pippo Inzaghi per riportate Paulo Souza in panchina. Temiamo che non servirà ad invertire la rotta, salvo un’ardimentosa ed efficace campagna acquisti e vendite a gennaio, per la quale appunto è stato ingaggiato Sabatini. Oggi la Salernitana è ultima, a cinque punti dalla salvezza; non una distanza insormontabile, ma molto problematica. Anche perché le concorrenti non sono in disarmo, anzi!

Il Verona dovrebbe seguire a ruota la squadra campana. È squadra tosta, fisica, che combatte fino all’ultimo minuto, ma la Guardia di Finanza ha appena sequestrato tutte le azioni della proprietà per sospette operazioni finanziarie azzardate. Le andrà bene se alla fine retrocederà e basta, potrebbe anche finire come qualche anno fa i cugini del Chievo. Resta il terz’ultimo posto, per evitare il quale si battono le altre tre indiziate. L’Empoli, ben guidato dal saggio Andreazzoli, pecca nei centrali difensivi ma dispone di un centrocampo tecnico, specie sulla trequarti. I friulani stanno pagando oltremodo l’infortunio di Delofeu, per il quale si teme che sia saltato di fatto l’intero campionato, ma hanno un discreto gioco e, poco alla volta, si sta sboccando il bomber Lucca. Il Cagliari, infine, sotto la guida del professor Ranieri ha un gioco arioso, piacevole e pratico, al momento sembra la squadra più accreditata per la salvezza.

Salvo rivoluzioni dei team a gennaio, una tra queste tre farà compagnia a Salernitana e Verona in Serie B il prossimo anno.

Passando al vertice della classifica, delle due prime abbiamo già detto sopra, al momento hanno creato un fossato pressoché insormontabile tra loro e la terza.

La terza appunto, cioè il Milan di mister Pioli. Dista ad oggi 9 lunghezze dall’Inter e cinque dalla Juve. Il problema non è che nove punti siano impossibili da recuperare, occorrerebbe però che non solo i rossoneri non perdano più colpi per strada, ma anche che l’Inter si squagli. È pur vero che le squadre di Simone Inzaghi hanno sempre patito flessioni a fine campionato, ma nove punti di vantaggio sono proprio tanti. Più colmabili le cinque distanze dalla Juve, ma qui le ricorrenze storiche dicono che mister Allegri, al contrario del suo collega interista, ha chiuso sempre i campionati in crescendo.

Quanto al valore in sé dei meneghini la rosa, sulla carta di ottimo livello, è stata falcidiata dagli infortuni che hanno bersagliato in modo speciale la difesa. E poi, il Milan ha fatto una preparazione estiva orientata a partire sparato; non tanto per il campionato, quanto per tentare di superare il proibitivo girone di Champions in cui era capitato. Alla fine queste scelte si pagano, il serbatoio dei muscoli dei calciatori può contenere un tot di benzina grosso modo uguale per tutti, con le ovvie eccezioni. Se consumi troppa benzina all’inizio, alla fine te ne ritrovi poca nel serbatoio.

Dietro il Milan c’è la bagarre per il quarto posto utile per la Champions. Se lo giocano il Napoli, la Roma, la Fiorentina, l’Atalanta e il sorprendente Bologna di Thiago Motta, che oggi sta una ruota avanti alle altre. Lontana la Lazio, che aveva chiuso lo scorso campionato al secondo posto: la prima e la seconda dello scorso campionato ora annaspano. Hanno entrambe due presidenti italiani, attenti ai bilanci societari. Entrambi i patron l’estate scorsa hanno tentato di forzare le aspettative dei loro calciatori, trattenendoli controvoglia senza adeguare i loro ingaggi. Risultato: spogliatori scontenti e demotivati.

La Lazio ha perso il solo Milinkovic-Savic e il Napoli Kim, perdite importanti, ma che non valgono rispettivamente nove punti e addirittura 14 punti in meno rispetto allo scorso anno. I due presidenti, anche perché partecipi delle aspettative dei tifosi, non se la sono sentita di prendere atto che le loro squadre sono di transito, non di arrivo per i calciatori più talentuosi. Ottime vetrine, ragion per cui i calciatori danno tutto per mettersi in mostra, ma poi, se fanno bene e vengono notati dall’acquirente di fascia superiore, vogliono essere ceduti. A quel punto o gli si offrono ingaggi rivalutati, oppure meglio lasciarli andare che tenerli col broncio. L’umiliante 0 a 4 subito al Maradona da un Napoli crollato quando sono entrati i cosiddetti big, dopo aver dominato il primo tempo con i calciatori della panchina, ben desiderosi di far vedere il loro valore, la dice lunga sul clima di spogliatoio che si respira a Castel Volturno.

Discorso analogo può farsi per la Roma, che paga anche il prezzo di reiterate campagne acquisti estive volte ad ingaggiare calciatori dal gran nome, ma di età avanzata e con i muscoli fragili. Diverso è il caso di Bologna e Fiorentina, squadre giovani, di atleti entusiasti che in campo danno l’anima, guidate da due ottimi coach. Probabilmente anche per loro si porrà un problema analogo il prossimo anno, ma per questo campionato, insieme all’inossidabile Atalanta, sembrano le più titolate ad agganciare la quarta posizione utile per la Champions.

L’Atalanta dovrebbe essere presa a modello dalle altre di prima fascia. Ogni anno vende i due tre migliori talenti della sua rosa, ne ricava ottimi incassi e li investe per puntare su nuovi giovani. I ragazzi ci vanno volentieri e si accontentano di ingaggi non stratosferici, sapendo che mister Gasperini saprà trarre il meglio da loro e che, se faranno bene, raggiungeranno nuove e più ambiziose mete.

Dando infine uno sguardo all’Europa, la Serie A si conferma anche quest’anno come una competizione di assoluto rilievo. In Champions tre italiane su quattro hanno passato la fase dei gironi e sono agli ottavi. Peccato per l’Inter che, con 12 punti nel girone, è finita al secondo posto per differenza reti ed ora dovrà vedersela col tignoso Atletico Madrid. Sfortunato anche il Milan, la cui brillante vittoria di Newcastle ha dimostrato che aveva tutti i titoli per superare il turno; si è dovuto accontentare dell’Europa League purtroppo, ma è pur sempre nel calcio dell’Europa che conta.

Napoli e Lazio hanno fatto il loro e dovranno affrontare due corazzate quali Barcellona e Bayern Monaco. Imprese quasi proibitive, ma di enorme fascino. E poi, la vetrina della Champions è troppo importante perché i calciatori non ci diano dentro con tutta l’anima. A prescindere dai loro malumori verso le rispettive società. Speriamo.

In Europa League, la Roma, seconda nel suo girone, farà compagnia al retrocesso Milan ai sedicesimi di finale. Le due sfide sono assolutamente alla loro portata e c’è fiducia in entrambe di raggiungere agli ottavi l’Atalanta, prima nel suo girone.

Infine, in Conference League, la Fiorentina, prima nel suo girone, può attendere tranquillamente di conoscere la sua sfidante agli ottavi.

Insomma, la Serie A primeggia nel continente, tanto che ormai in Uefa si sta ragionando di portare a cinque le squadre italiane ammesse nelle prossime edizioni della Champions.