«Ma oggi la virtù è disprezzata e lo stupido è diventato orgoglioso in seguito alle piaggerie che ha ricevuto dai politici. Cosa farà dunque lo stupido per provare l’ebbrezza del genio? Farà massa. Così, urlando lo stesso urlo insieme a centomila altri, crederà che l’umanità intera parli dalla sua bocca spalancata. Egli si sentirà non uno (per usare il linguaggio di certi letterati sofistici), ma tutti quelli che sono nella piazza, come il genio non si sentirà più lui, ma tutta l’umanità quando produce qual cosa di universale. Come il genio. Ma che triste scimmiottatura! La somiglianza è meno che apparente. L’uomo-massa, come ormai è chiaro a tutti, non solo non è il genio, ma è quanto di più diverso e lontano si possa immaginare dal genio. È il suo contrario. Dopo queste esaltazioni collettive, la personalità rimane infatti diminuita, come se, invece di un’esperienza, avesse avuto un’amnesia. Che cosa ha dimenticato completamente nell’orgia collettiva? Non si capisce bene. Ma quello che ha dimenticato per sempre serviva senza dubbio alla sua capacità creativa e alla formazione della sua dignità.»
Vitaliano Brancati, Le due dittature.