Alfredo Guardiano, giudice della Corte di Cassazione, è ormai da anni al centro di un’importante attività di impegno culturale e civile a servizio della comunità. Un lavoro su due fronti sempre più incisivo sulla realtà napoletana. Abbiamo voluto incontrarlo, ovviamente in libreria, per farcelo raccontare.
Come tu dicevi sono impegnato su due fronti, oltre quello lavorativo. Da un lato come componente della giuria tecnica della Fondazione Premio Napoli, presieduta dall’avvocato Domenico Ciruzzi, e dall’altro come Segretario e cofondatore, insieme al procuratore aggiunto del tribunale di Napoli Vincenzo Piscitelli, dell’associazione culturale Astrea – Sentimenti di Giustizia. Noi ci occupiamo essenzialmente, sia come fondazione che come associazione, della diffusione della cultura, della lettura e del dibattito su temi collegati all’impegno civile. Perché siamo fortemente convinti della necessità di allargare gli orizzonti e di porre la formazione culturale al centro della nostra attività.
In un’ottica direi quasi escatologica.
Parafrasando un’affermazione di Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”, noi riteniamo che la cultura salverà il mondo. Solo attraverso la diffusione della cultura è possibile migliorare la società, preparare una nuova classe dirigente e intervenire sulla formazione del singolo. Recuperare, cioè, alla vita civile intere categorie di soggetti che oggi, come i recenti avvenimenti ci dimostrano, sembrano avere smarrito l’idea stessa dello stare insieme, del vivere in una comunità civile. Se volessimo trovare una formula sintetica, potremmo dire che attraverso il lavoro delle nostre associazioni perseguiamo lo scopo di ricreare una comunità intorno a valori fondanti, sperando che questo lavoro possa contribuire a cambiare lo stato delle cose.
A chi vi rivolgete e in che modo?
Non abbiamo una platea sociale di riferimento. Ci rivolgiamo a tutti, innanzitutto alla città. Però abbiamo una particolare attenzione nei confronti dei giovani. Lavoriamo infatti moltissimo con le scuole, anche quelle che operano in realtà particolarmente difficili. Abbiamo attivato anche una serie di collaborazioni con istituzioni locali e con altre associazioni profondamente impegnate nel settore del volontariato culturale sociale, perché crediamo moltissimo nella necessità di fare rete. Per esempio, come Astrea abbiamo una stagione molto ricca presso il Museo Archeologico Nazionale, incentrata sulla presentazione di libri. Lavoriamo proficuamente con realtà culturali come A Voce Alta e Laterza Agorà, entrambe curate da Marinella Pomarici. Come Fondazione Premio Napoli abbiamo riattivato una rete di lettori, da qualche tempo accantonata, tanto da avere circa un migliaio di giudici lettori sparsi in tutta Italia, che hanno partecipato all’ultima edizione leggendo e votando i libri che abbiamo selezionato. Cerchiamo di far avvicinare i giovani a materie magari complesse come la filosofia, la storia, le scienze politiche. Siamo molto impegnati sul fronte dell’attualità, con un occhio attento a quello che accade nella nostra città e nel Paese. Il nostro tentativo è quello di costruire cittadinanza attraverso la comunità di lettori.
Qual è il riscontro?
Le nostre iniziative sono sempre molto partecipate. Per esempio, mi ha colpito che all’incontro che abbiamo organizzato qualche settimana fa presso la Biblioteca Nazionale, dedicato alla “città ingiusta”, siano intervenuti in almeno 300, tutti giovani e giovanissimi. Il Premio Napoli, come dicevo prima, ha attivato una rete di un migliaio di giudici lettori e alla manifestazione conclusiva al Mercadante hanno partecipato 800 persone. Sono piccoli segnali dai quali si può ricavare il dato che c’è in città una grande voglia di discutere, di confrontarsi, di leggere. Perché questo? Perché sono venuti meno, ormai da tempo, quei luoghi, come i partiti politici, in cui una volta ci si incontrava per discutere e confrontarsi. Oggi spetta un po’ all’associazionismo volontario cercare di colmare il vuoto.
Come funziona il rapporto con le Istituzioni?
La Fondazione Premio Napoli viene finanziata dal Comune, dalla Regione e dalla Camera di Commercio, che non ci fanno mancare il loro sostegno, anche se c’è stata una riduzione dei contributi. Ma l’appoggio del sindaco De Magistris e degli assessori Annamaria Palmieri e Nino Daniele è particolarmente prezioso. Anche Astrea ha sempre avuto interlocuzioni positive. Il MANN è molto contento della collaborazione che abbiamo avviato, già arrivata al secondo anno, e le scuole rispondono con interesse ed attenzione alle nostre iniziative, sempre gratuite.
Quali sono i programmi per il 2018?
Riprenderà, per Astrea, il cineforum. Continuano gli incontri al MANN e nei prossimi mesi faremo venire nomi di prestigio come Massimo Cacciari. Il 7 aprile terremo un dibattito pubblico cui parteciperà, fra gli altri, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, su una questione molto sentita e cioè la sottrazione alle famiglie di origine dei minori per evitare che ne seguano il percorso malavitoso. Tema estremamente delicato che non è esclusivamente napoletano né esclusivamente italiano. Mi ha molto colpito, infatti, leggere sul New Yorker a luglio un lungo articolo dedicato proprio a questo argomento.
Un appello finale.
Leggete. Frequentate tutte le nostre iniziative. Fate in modo che la cultura venga diffusa. Torniamo tutti ad essere comunità, una comunità nella quale ciascuno di noi possa riconoscersi e non si senta estraneo.
Di Flavio Cioffi