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I drammi della condizione minorile nella carcerazione delle madri

by Pietro Spirito
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Scrivo mentre oggi si tengono i funerali di Giulia Cecchettin, la giovane donna uccisa dal suo fidanzato che non tollerava di essere lasciato dalla sua ragazza, che riteneva evidentemente oggetto esclusivo di possesso. I femminicidi sono una terribile realtà di una società che ancora non riesce a curare i suoi gravi mali sociali. Tanti drammi restano abbandonati al destino di storie individuali senza che si immagini nemmeno una strada diversa per superare l’assetto istituzionale e sociale esistente.

Paolo Siani, primario di pediatria al Santobono, fratello di Giancarlo, trucidato dalla camorra, ed ex deputato della Repubblica, nel corso della passata legislatura si è occupato del dramma dei bimbi che stanno in carcere assieme alle loro madri.

Sono solo venti in Italia. E’ un numero minuscolo, ma è anch’esso un dramma di inciviltà, un segnale di trascuratezza che indica una disattenzione alla conduzione dei minori. I cambiamenti possono avvenire partendo dalle piccole battaglie, che contengono semi di giustizia sociale utili a quella singola battaglia ma anche a tutti gli altri drammi che vive il nostro tempo.

Paolo Siani ha presentato, nella scorsa legislatura, una proposta di legge finalizzata a disciplinare in modo differente il trattamento delle mamme carcerate e dei loro bimbi. Questo fenomeno si inserisce peraltro in una condizione più estesa di vulnerabilità dei bambini rispetto alla conduzione carceraria dei genitori. In Europa circa due milioni di bambini che hanno un genitore in carcere. In Italia sono centomila.

Per i tipi di Guida editore Paolo Siani ha curato una raccolta di saggi dal titolo “Senza colpe. Bambini in carcere”. Il volume offre la possibilità di analizzare la questione da ogni punto di vista, per tracciare la strada di una riforma legislativa che resta assolutamente auspicabile. “Apri” è stata la prima parola pronunciata da uno dei venti bimbi oggi in carcere. Basta già questo episodio a descrivere l’abnorme situazione nella quale si trovano i minori che cominciano la loro esistenza in uno spazio di reclusione destinato a segnare tutta la loro esistenza.

La proposta di legge presentata da Paolo Siani prevedeva la detenzione per queste mamme in una casa-famiglia protetta, e non necessariamente negli ICAM (Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri). Si tratta di una possibilità che la legge attualmente in vigore già prevede, ma che non essendo stata finanziata non viene quasi mai applicata. Esistono infatti attualmente in Italia soltanto due case-famiglia protette per detenute madri, una a Milano e una a Roma. Come spesso accade nel nostro Paese ai diritti garantiti formalmente seguono i diritti negati sostanzialmente. L’ordinamento internazionale e comunitario, intanto, si è evoluto in una direzione sempre più attenta ai diritti dei più deboli. E’ lo stesso percorso che è necessario avviare nei nostro Paese per rafforzare la tutela dei bambini.

L’art. 3 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, infatti, sancisce il principio che in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere una considerazione preminente. Il principio del superiore interesse del minorenne è un principio cardine della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del 2008 ribadisce la preminenza dell’interesse superiore del minore, con l’obiettivo di garantirgli la protezione e le cure necessarie al suo benessere.

Nell’attuale legislatura la proposta di legge di Paolo Siani è stata ripresentata con Le  caratteristiche d’urgenza, come prevede il regolamento della Camera, anche in questa legislatura ma è stata bloccata in Commissione giustizia  per emendamenti presentati dalla maggioranza che ne stravolgevano il senso. Si tratta solo di gettare la spugna perché non esistono le condizioni politiche per raggiungere il risultato dell’approvazione di una nuova norma?

Paolo Siani non si è dato minimamente per vinto e continua la sua battaglia. A fine settembre 2023 il Consiglio Regionale della Campania ha approvato all’unanimità la  stessa proposta di legge. Sul piano prettamente tecnico-formale si tratta di una proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione che, infatti, al secondo comma recita testualmente: “il Consiglio regionale può fare proposte di legge alle Camere’’. Inoltre, anche lo Statuto della Regione Campania, all’articolo 26, statuisce che il Consiglio può presentare proposte di legge alle Camere del Parlamento Nazionale.

Le battaglie di civiltà non possono essere abbandonate. Devono trovare le persone che testardamente perseguono un obiettivo di cambiamento senza demordere mai, fino all’ottenimento del risultato. Paolo Siani certamente appartiene a questa meritoria categoria di individui.