Milano come Parigi; alla Scala come all’Opéra. Mai fino a oggi la nomina ad étoile di una ballerina o di un ballerino era avvenuta sul palco, davanti al pubblico alla fine di uno spettacolo. Ma “Quando una ballerina brilla così in mezzo alle stelle da anni, si possono cambiare le regole. E dunque, su proposta di Manuel Legris, ho il piacere di dire che Nicoletta ha il titolo di étoile”. Con questa frase, Dominique Meyer affiancato sul palco dal direttore del corpo di ballo, ha annunciato, con un colpo di teatro, la nomina a étoile di Nicoletta Manni. Di certo il pubblico ha apprezzato il fuori programma alla fine della rappresentazione di Onegin nella coreografia di John Cranko in cui la ballerina ha danzato nel ruolo di Tatiana accanto a Roberto Bolle.
Da oggi quindi il teatro alla Scala di Milano ha due étoile: Roberto Bolle che è in carica dal 2003 e Nicoletta Manni. La ballerina, che si è inchinata davanti al pubblico ed è scoppiata a piangere, ha commentato: “Davvero non sapevo niente, è magnifico, non riesco a dire tanto se non che sono grata per questa sera. Era già un momento bellissimo”. Poi il pensiero per Roberto Bolle: “Mi è stato accanto nei momenti più belli, più difficili ed emozionanti, incluso stasera”. E Nicoletta ha continuato a piangere di gioia anche a sipario chiuso, non se lo aspettava.
Ma chi è la nuova étoile? Origini pugliesi, 32 anni, Nicoletta ha iniziato a ballare ad appena tre anni ed è arrivata alla scuola di ballo della Scala a 12. La passione per la danza l’ha ereditata dalla mamma, insegnante di ballo. E, nel libro appena uscito, La gioia di danzare, racconta che cos’è per lei il ballo, «inteso come autentico atto di libertà e come intimo, inesauribile viaggio alla scoperta di sé». «Ho mosso i primi passi da bambina e da allora non ho più smesso».
Per Nicoletta Manni questo non è il solo colpo di scena della sua vita: l’anno scorso, infatti, sul palco dell’Arena di Verona, dopo lo spettacolo, a sorpresa, il primo ballerino della Scala, Timofej Andrijashenko si è inginocchiato davanti a lei, stupita e imbarazzata, e a tutto il pubblico, con tanto di anello e di richiesta di nozze. E lì, sul palco dell’Arena hanno detto di sì, dopo aver danzato insieme il passo a due di “Romeo e Giulietta” il più romantico di tutto il repertorio. Una promessa di matrimonio a sorpresa nella città degli innamorati. Poi, un anno dopo, le nozze celebrate in Puglia con Bolle testimone. Un amore, quello tra l’étoile e il primo ballerino della Scala, nato sette anni prima proprio nel loro Teatro.
Ma cosa significa essere una étoile? Per un danzatore professionista diventare primo ballerino di una compagnia come quella della Scala rappresenta già un traguardo importante, ma diventare ètoile – stella – tra i primi ballerini significa spiccare sopra a tutti e ottenere il più alto grado, a cui un danzatore possa aspirare, oltre a ruoli di prestigio nei balletti. Un sigillo sulla classe assoluta, un riconoscimento che sublima quei movimenti che, per la loro sublime bellezza artistica, richiedono fatiche indescrivibili.
Tra le grandi ballerine italiane, che hanno ottenuto la nomina, figurano Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi, e Carla Fracci, che divenne la “stella” della Scala nel 1958. Oggi sarà Nicoletta Manni a percorrere la strada delle stelle sulle sue punte di gesso, facendo sognare gli appassionati del balletto di tutto il mondo.