La mattina dello scorso 6 novembre, i Carabinieri del Gruppo Tutela Ambientale di Napoli sequestrano due aziende per scarico abusivo di reflui industriali nel fiume Sarno e per altri reati ambientali. Alcuni giorni prima c’era stato un altro sequestro analogo.
Le indagini del NOE di Napoli, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, “si sono avvalse della essenziale collaborazione tecnica dell’ARPAC” – come recita il comunicato del Procuratore Fragliasso – accertando l’abbandono di rifiuti anche pericolosi, le cui acque di dilavamento finivano nel Sarno, e lo scarico in fogna e di conseguenza nel fiume – tramite by pass appositamente realizzati – di reflui industriali. Il superamento dei parametri ha riguardato in particolare l’azoto nitrico, residui solidi sospesi e l’escherichia coli. Gli impianti di depurazione c’erano, ma erano inattivi da tempo e quindi i reflui finivano tal quali nel Sarno con buona pace dell’ambiente circostante e di chi ci abita.
I sequestri operati rientrano in un’attività investigativa ben più ampia, tutt’ora in corso, condotta appunto dai Carabinieri del NOE di Napoli con la collaborazione tecnica dell’ARPAC e sotto il coordinamento della Procura di Torre Annunziata. Un’attività che mira a rimuovere le cause di inquinamento del fiume individuando gli scarichi abusivi e l’impatto negativo degli scarichi fecali dei Comuni ancora privi di rete fognaria o non ancora allacciati agli impianti di depurazione. Finora, per la sola Procura di Torre Annunziata, sono stati eseguiti 292 controlli e 45 sequestri. 170 persone sono state denunciate e 2 arrestate. Nell’intero bacino del Sarno, che comprende anche le Procure di Avellino e Nocera Inferiore, i controlli sono stati 535 e i sequestri 90, i denunciati 312 e gli arrestati 7.
Il Procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso, uno dei magistrati più esperti in materia, in passato alla guida della Sezione reati ambientali della Procura di Napoli, è forse il vero protagonista di questo immane lavoro investigativo che va da Foce Sarno a Medio Sarno fino al Solofrano-Montorese. Un lavoro iniziato nel 2020 in un contesto antropico, produttivo e sociale a dir poco complesso. La sua azione si è rivelata innovativa grazie all’incisività delle imputazioni, che finora hanno retto il vaglio processuale. In buona sostanza, meno contravvenzioni bagatellari e mano pesante utilizzando l’attuale sistema sanzionatorio degli illeciti ambientali. Ovviamente fondamentale il ruolo della polizia giudiziaria, soprattutto dei Carabinieri del Nucleo Tutela Ambientale diretti dal colonnello Starace.
Ma va sottolineata l’essenziale e determinante attività di supporto tecnico costantemente svolta dalla struttura dell’ARPAC. Il Dipartimento di Napoli, affiancato da quello di Salerno, con il coordinamento della dottoressa Teresa Di Maio, assicura campionamenti, ispezioni e sopralluoghi agli impianti. Cui segue una complessa e articolata attività di laboratorio svolta con assoluta tempestività dalle Aree analitiche dell’Agenzia. Si vede bene che senza prelievi e senza analisi non si andrebbe lontano. Un’attività particolarmente impegnativa e onerosa, soprattutto alla luce dell’enorme carico di lavoro cui è normalmente sottoposta l’ARPAC e alla nota carenza di personale e di risorse con cui deve fare quotidianamente i conti.
E però l’ARPAC c’è e continuerà a dare il suo contributo.