Silvia Ballestra, La Sibilla, vita di Joyce Lussu. Ed. Laterza 2023.
Il testo appartiene alla terna delle opere di narrativa in concorso per il Premio Napoli 2023. E’ la storia di una donna straordinaria, Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti ma in casa chiamata Joyce, che ha attraversato tutto il Novecento (1912-1998), vivendolo sulla sua pelle come figlia di antifascisti, partigiana, medaglia d’argento al valor militare per la lotta di liberazione dal nazifascismo, intellettuale pacifista, traduttrice di poeti spesso sconosciuti al grande pubblico, punto di riferimento del movimento femminista italiano. Tutto concentrato in un animo passionale, sincero ed ardimentoso, pronto a grandi slanci ed a grandi sacrifici in nome di ideali di giustizia e libertà. Il suo straordinario destino le mette sulla strada un uomo straordinario: Emilio Lussu, comandante della Brigata Sassari nella Prima guerra mondiale, autore fra l’altro di Un anno sull’altipiano, testo base per la comprensione della tragedia rappresentata dalla Grande Guerra, politico antifascista, fondatore del Partito sardo d’Azione, senatore della repubblica e due volte ministro. Il fato intreccia indissolubilmente la vita di queste due anime che lotteranno insieme ed insieme percorreranno i momenti più esaltanti e più bui della nostra storia. Silvia Ballestra ha conosciuto personalmente la Lussu e con lei ha trascorso il tempo delle interviste per il suo libro, imparando ad amarla ed a riconoscere in lei la sua Sibilla, una donna intera. In generale, alle donne hanno sempre tolto qualche cosa: autonomia, autorità, identità…. aveva autonomia, autorità, e identità; e le usava bene, non per sopraffare, ma per aiutare la sua comunità, in maniera interamente femminile, diversa e opposta al potere patriarcale e guerriero; come le antiche sibille delle società comunitarie. Questa descrizione che Joyce fa di Elisabetta Lovico, una Sibilla barbaricina di Orgosolo, conoscitrice di erbe e guaritrice, si attaglia perfettamente a quello che Joyce è stata per la Ballestra. Un riferimento di donna a cui ispirarsi, espressione di quei sentimenti e valori che oggi vengono calpestati da ideologie militariste, più che mai maschili.
Appassionato e commosso è il racconto che si snoda attraverso i momenti più difficili e delicati del secolo breve cui la Lussu partecipa in prima persona, pagandone spesso le conseguenze in termini di sofferenza fisica, psicologica e di solitudine. Ma Joyce aveva con sé, anche se non sempre fisicamente, il marito con cui c’era una straordinaria sintonia. Quando nel 1975 Emilio muore, Joyce, la poetessa i cui testi giovanili erano stati apprezzati da Benedetto Croce, dirà: Nel silenzio totale della casa, sentivo la sveglia di cucina battere il tempo con ritmi monotoni e tristi, come gli attitus delle donne sarde. Non più, per te, il tempo… Il tempo, per te, mai più.
Leggere il libro della Ballestra ha rappresentato per me, pur lettore onnivoro, una vera scoperta. Se il cognome Lussu mi era noto per il percorso compiuto da Emilio Lussu, non così per Joyce, Sibilla oscurata dalla fama del marito o non abbastanza ricordata. Meritoria l’opera della Ballestra: essa non vuole essere solo una celebrazione perché profondo è il legame affettivo e l’ammirazione che lega l’autrice alla sua Lussu, una anglo-marchigiana, cosmopolita, profondamente legata al mondo contadino. Ho conosciuto Emilio in una grande città, e abbiamo vissuto sempre in una grande città. Eppure, credo che ciò che ci ha unito più profondamente nei gusti e anche nell’utopia è stata la nostra provenienza comune da una civiltà delle campagne, anche se prodotta da storie così diverse come quelle del mondo agropastorale sardo e della tradizione mezzadrile dell’Italia centrale. Il testo si legge tutto di un fiato, si percorre tutto il Novecento, si vivono con Joyce avventure che non sembrano vere eppure sono storia viva e vissuta. Pur nascendo e crescendo in una casa abitata più dai libri che dai mobili, in una sera drammatica che costituisce uno spartiacque nella storia della loro famiglia, quando il padre ed il fratello vengono picchiati dai fascisti, Joyce dodicenne viene posta di fronte a ciò che è barbarie e a ciò che invece è civiltà e fa la sua scelta a cui si manterrà sempre fedele.
Un libro da non perdere, da far leggere alle giovani generazioni perché la Lussu sia Sibilla non solo per la Ballestra ma per tutti. E oggi, di modelli così ne abbiamo un gran bisogno.