Al momento in cui scrivo, il video su Instagram ha 27.100 commenti e 55mila condivisioni. I Club Dogo (chiunque siano, mi si dice un gruppo Rap, mi fido) tornano insieme! E per tornare insieme scelgono uno sponsor d’eccezione: Beppe Sala. Il sindaco di Milano recita anche abbastanza bene, sicuramente meglio di me comunque. Del video non ho capito assolutamente nulla e me lo hanno dovuto spiegare, dopotutto io sono un fan del folk irlandese. Ma pare che lo sforzo artistico del venerdì sia stato apprezzato. E nonostante sia chiaramente solo un divertissement, il Sindaco ci si è impegnato un sacco. Se fossimo dei dietrologisti diremmo che è un’ottima apertura di campagna elettorale per le Europee. Ma lui nega, e noi ne prendiamo devotamente nota.
Dicevamo una normale settimana di lavoro per il primo cittadino di Milano. Ma è normale solo perché è Milano. Altrove la potrebbero definire rivoluzionaria. Qui no. Qui si apre e si chiude con una nonchalance al limite dell’incredibile. Beppe mercoledì apre Milano alle Moschee e giovedì ha chiuso una parte del centro alle macchine. Un Sindaco tuttofare, che non si spaventa davanti al lavoro difficile.
Andiamo in ordine cronologico, lui sicuramente approverà l’atteggiamento metodico. Più moschee legali significa maggior controllo. Meno moschee legali significa meno controllo. Questo l’assunto cristallino del Sindaco. Consentitemi un sospiro di sollievo: siamo usciti dall’ipocrisia della “Moschea di Milano”, che ha funestato il dibattito politico meneghino nei primi vent’anni del secolo. Giustamente il Sindaco fa notare che mica puoi fare una sola moschea per tutti. Al netto di divisioni teologiche, ad esempio quella tra sciiti e sunniti o tra salafiti e non, difficile che comunità che vengono da lati opposti della Mezzaluna possano frequentare lo stesso luogo di preghiera.
Quindi non si tratta di una sola, enorme, Moschea. Ma di molte moschee di quartiere. Legali e controllabili. Come in Belgio, ad esempio. O in Francia. O in Inghilterra. Tutti luoghi dove, la cronaca ce lo dice, i controlli ci sono e funzionano. Circa. In ogni caso, devo dire, stavolta si è vista molta meno agitazione del passato. Il che sembra un buon viatico per una discussione civile e pragmatica sul tema. E non è poco.
Visto che era andato tutto bene, Beppe ci ha preso gusto e ha rilanciato: chiudiamo il Quadrilatero della Moda alle macchine (dal 2024.). Alle macchine che vengono da fuori, i residenti ovviamente potranno entrare. Così come potrà entrare chi deve parcheggiare. E i taxi e gli Ncc. Insomma, chiunque possa pagare potrà entrarci. Io sono un po’ confuso, perché non mi è chiarissimo chi debba starne fuori: cioè, non ci si potrà transitare, lo capisco, ma tutti gli altri potranno andarci lo stesso. Sala ci spiega che così si evita che la gente faccia giri infiniti prima di parcheggiare. O invece di parcheggiare.
Il Sindaco è lui, quindi di sicuro saprà più e meglio di me i problemi che affliggono le vie attorno al Comune (che si trova giusto a sud del quadrilatero), ma la sensazione è che questo sia un esperimento. Lo dice lui stesso che dopo si allargheranno. Dopotutto, il Municipio 1 aveva votato una democraticissima mozione che chiudeva fuori dal centro i residenti in altri Municipi. Un picco di poesia per chi chiede confini aperti, bocciato senza appello dal Sindaco stesso. Il quale, come si vede, aveva un piano. Un piano che non si può non ammirare.
Invece di chiudere il Municipio ai plebei… pardon, ai residenti in periferia, lo si lascia aperto a chiunque paghi. E si restringe l’area al VERO centro, per non far venire strane idee in mente ai parvenu di Sant’Ambrogio, che qua siamo gente seria e il CENTRO è il Quadrilatero. Ci spiega Sala che questa idea è il contrario del classismo: è pura democrazia. Noi prendiamo nota. Manco fanno a tempo a partire le solite noiose proteste che…
SI RIUNISCONO I CLUB DOGO (chiunque essi siano)! E Beppe è là, sul tetto, a spiegare al cantante (?) cosa sia giusto o meno per la città. È il Batman che non meritiamo, ma ci serve. Il Padre benevolo di una città che senza di lui sarebbe fredda e inospitale.
Sabato, ovviamente, Beppe riposa. Noi invece non terminiamo la nostra incessante ammirazione. E aspettiamo il cielo sereno solo per poter lanciare nuovamente il Bep-segnale e venire nuovamente salvati da lui!