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Uno sguardo ai Nobel 2023

by Piera De Prosperis
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Dal 2 al 9 ottobre sono stati assegnati i premi Nobel nelle sei categorie previste. Il Nobel per la Medicina è andato a Katalin Karikò e Drew Weissman, quello per la Fisica a Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier, quello per la Chimica a Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov. Il riconoscimento per la Letteratura è stato dato al norvegese Jon Fosse, quello per la Pace all’attivista iraniana Narges Mohammadi. Infine, il premio per l’Economia è stato attribuito a Claudia Goldin.

La logica che sottende l’assegnazione dei premi mi sembra abbastanza chiara. I premiati sono studiosi, intellettuali, ricercatori aperti alle problematiche del presente, alle difficoltà che il nostro mondo ha vissuto o di cui ancora purtroppo soffre. Il Nobel per la medicina ha consacrato l’importanza dei vaccini nell’epidemia da Covid, “grazie a loro milioni di vite sono state salvate e il mondo è tornato ad aprirsi (…) I vincitori hanno contribuito allo sviluppo del vaccino, con una velocità senza precedenti, durante una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni”, ha dichiarato il comitato del Premio Nobel. Oggi la stessa tecnologia dell’mRNA è oggetto di ricerca per altre malattie, compreso il cancro. Ovviamente c’è una strategia politica perché il Nobel in questo caso è un gesto significativo anche contro tutto il mondo “no-vax”.

Politico anche il Nobel all’attivista iraniana per i diritti delle donne in una realtà che ben sappiamo quanto calpesti ogni margine di libertà. Tutto l’Occidente ne è al corrente e, seppure a distanza, ha partecipato, per esempio, alle proteste contro il terribile omicidio di Mahsa Amini, morta un anno fa, picchiata brutalmente dalla polizia morale perché non portava correttamente il velo. Il comitato per il Nobel ha affermato che “la coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali. Il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate”. Mohammadi è ancora detenuta nel famigerato carcere di Evin, il comitato ha espresso l’auspicio che l’Iran rilasci l’attivista.

Nella direzione dell’attenzione al mondo femminile va anche il premio per l’Economia alla ricercatrice Claudia Goldin “per aver fatto progredire la nostra comprensione dell’andamento del mercato del lavoro per le donne”. Il Nobel ha acceso i riflettori su un aspetto economico tradizionalmente etichettato come argomento di interesse speciale, settoriale, da non prendere sul serio da parte degli addetti ai lavori. Anche in questo caso l’Accademia svedese ha fatto una scelta di peso, riconducendo l’attenzione su una questione di divario di genere, vissuto sulla pelle delle lavoratrici in tutto il mondo.

Jon Fosse, chi era costui? Sconosciuto ai più, l’Accademia ancora una volta ci ha sorpreso anche se, in realtà, già nel passato erano stati premiati personaggi poliedrici, non letterati in senso stretto, ma aperti a sperimentazioni e contaminazioni. Basti pensare a Dario Fo o a Bob Dylan. Un autore, drammaturgo e romanziere che scrive di morte, solitudine, inquietudine e ricerca di Dio con «una prosa che dà voce all’indicibile», come è detto nella motivazione del premio. Poco tradotto in Italia è molto conosciuto all’estero.

Ho scelto un esempio:

mentre la mamma Marta urla di dolore, verrà alla luce in questo mondo freddo dove sarà solo, separato da Marta, separato da tutti gli altri, sarà sempre solo e poi, quando verrà il momento, quando sarà la sua ora, si dissolverà e si trasformerà in nulla e ritornerà là da dove viene, dal nulla e al nulla, questo è il corso della vita.

(Mattino e sera, La nave di Teseo, 2019)

Da conoscere, leggere, approfondire.