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Serie A, prime crisi

by Luigi Gravagnuolo
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Consumate le prime otto giornate di Serie A e le prime due dei gironi delle coppe europee qualcosa comincia già a capirsi sul valore delle squadre in competizione nel campionato italiano. Ancora non è sufficiente per stabilire la griglia di partenza, tuttavia qualche considerazione possiamo proporla.

Cominciamo dalle aspiranti allo scudetto e alla Champions. Sulla carta a fine estate venivano considerate in questo cluster le due milanesi, le due romane, la Juve e il Napoli, titolare dello scudetto ‘22-’23. Qualcuno vi annoverava anche la Fiorentina e l’Atalanta. Le milanesi e la Juve, in queste prime giornate, hanno confermato le aspettative ed oggi occupano le prime tre posizioni, la terza in condominio con la Fiorentina. Le grandi delusioni sono le due romane e il Napoli.

La Roma di Mourinho e la Lazio di Sarri hanno iniziato la stagione in maniera disastrosa. La Lazio nelle prime otto ne ha perse quattro, pareggiate una e vinte tre, tra le quali quella al Maradona col Napoli. Aveva chiuso lo scorso campionato al secondo posto e in molti immaginavano che quest’anno, avendo finalmente memorizzato lo spumeggiante gioco di Sarri, avrebbe lottato per lo scudetto. Ma lo scippo di Milinkovic-Savic per opera degli arabi le ha sottratto il cardine della sua manovra e il mister sta faticando più del previsto a riorganizzare le geometrie, soprattutto a ritrovare gli equilibri. La aspettano ora quattro partite impegnative più le due di Champions col Feyenoord. Vedremo se riuscirà a recuperare terreno, per ora è ferma a -11 dalla vetta e a -7 dall’ultima posizione utile per la Champions.

La Roma, considerata la sua rosa, partiva con i migliori pronostici. Viceversa, ha inanellato una serie di flop che a un certo punto hanno compromesso anche la panchina del mitico mister Mourinho: due pareggi, tre sconfitte e tre vittorie. Le sconfitte ed i pareggi, salvo che col Milan, con squadre sulla carta abbordabili: Salernitana, Verona, Genoa e Torino. Ultimamente i capitolini sembrano in netta ripresa, confortati anche dai buoni risultati in Europa League, ma la distanza dalla vetta e dalla zona Champions è per ora notevole, rispettivamente dieci e sei punti.

Il Napoli è la squadra che più ha deluso rispetto alle aspettative. Ora sta a sette punti dal vertice ed a solo tre dalla zona Champions, le distanze non sono proibitive, però è in piena baraonda. Nel calcio io sono un filo-governativo, mi dico sempre: ‘I soldi ce li mette il presidente, è lui che li rischia, a me tocca solo tifare’, però stavolta ADL sta sbagliando tutto. Non per la campagna acquisti e per la scelta dell’allenatore, ma per come ha consentito che in poche settimane si ricreasse nello spogliatoio lo stesso clima da ammutinamento che fu vissuto con Ancelotti. Ha assistito al dileggio del suo allenatore da parte di giocatori montati di testa e di un procuratore – dico di Giuffredi – che si atteggia a nuovo Mino Raiola. Il mister ci ha aggiunto del suo con le sue incertezze e una comunicazione disastrosa. Ha iniziato tentando di impostare il gioco alla sua maniera, i calciatori non lo hanno seguito, la società non lo ha supportato e lui si è arreso allo spogliatoio: giocate come più vi piace. È andata benino per qualche partita, compresa la bella prestazione col Real Madrid, ma la difesa non ha mai dato sicurezza; ciò anche grazie ad un portiere che ha sbagliato mestiere, doveva fare il corazziere al Quirinale, di quelli alti alti che hanno il compito di restare immobili come statue, non il portiere di una squadra di calcio: ogni tiro nello specchio della porta un goal subito! Quando il Napoli è andato sotto, non padroneggiando il gioco di Spalletti imposto e praticato dai giocatori, Garcia ha improvvisato sostituzioni cervellotiche, alla todos caballeros. Infine, ha comunicato al mondo che ha costituito nello spogliatoio un gruppo di ‘saggi’ con i quali si confronta. Incazzatura dei non saggi e fine della giostra. Tutto ciò con la società sempre assente. Ad ore la panchina di Garcia salterà e si spera che arrivi un allenatore che sappia imporsi anche nei confronti della proprietà. Pare che possa essere Antonio Conte, o Tudor, vedremo. Dispiace però la mortificazione che ha dovuto subire un allenatore perbene e di tutto rispetto quale Rudi Garcia.

In zona Champions c’è invece con pieno merito la Fiorentina di mister Italiano. Dopo due anni il mister pare aver finalmente creato uno spogliatoio coeso e padrone della sua filosofia di gioco, gioco corto, pressing alto, aggressività, davvero gradevole da vedere. Di qui alla dodicesima, oltre alle due partite di Conference contro i serbi del Cukaricki, la attendono quattro partite toste, se supera questi scogli lotterà fino alla fine per la Champions, forse anche per lo scudetto.

Quanto a Milan, Inter e Juve sono le ammiraglie della Serie A. Il Milan ha rinnovato ampliamente sia la squadra che il team dei dirigenti, lasciando però Pioli ben saldo ad allenare i calciatori ed i risultati si vedono: gioco gradevole e primo in classifica con pieno merito. Al secondo posto l’Inter, forte di una rosa anche più competitiva di quella dei cugini rossoneri, ai quali ha rifilato quattro reti nel derby; è ad oggi la più accreditata per lo scudetto. Infine la Juve, ogni anno inizia il tiro a bersaglio contro mister Allegri, presunto reperto dell’archeologia calcistica. Viceversa, pur nel mare tempestoso che sta attraversando tutto l’ambiente Juve da un paio di anni a questa parte, il coach sta mantenendo dritta la barra ed ottenendo risultati di tutto rispetto.

In seconda fascia troviamo nove squadre, dall’Atalanta, oggi in posizione da Conference League, al Sassuolo. Tra queste le due romane di cui abbiamo già detto. In questo cluster vanno segnalate senz’altro le ottime performance di Monza, Bologna, Frosinone e Lecce. Deludenti invece finora Atalanta, Torino e Sassuolo.

Chiudiamo col cluster della salvezza. Ci sono sei squadre, da Genoa e Verona al fanalino di coda Cagliari, passando per Udinese, Empoli e Salernitana. Anche qui, aspettiamo ancora qualche giornata per esprimerci, ma la sensazione ad oggi è che per Salernitana, Empoli e Cagliari sarà molto difficile tirarsi fuori dalle secche. Il Genoa ha raccolto meno del meritato sul campo, è molto ben organizzato e sa come arrivare a rete. Finora ha segnato dieci goal, quanti ne ha messi a segno la Lazio e più del Monza e del Lecce, tra le sei della coda il suo è l’attacco più prolifico; la differenza la sta facendo la difesa, da registrare meglio. Il Verona per parte sua ha una solidità apprezzabile, poco alla volta dovrebbe riuscire a tirarsi fuori dalle secche. L’Udinese tra un mese o poco più ritroverà Deulofeu, uno che in campo fa la differenza; con lui in campo le riuscirà facile passare dalla terza alla seconda fascia. Viceversa Cagliari, Empoli e Salernitana appaiono più fragili. Empoli e Salernitana hanno cambiato il manico, il Cagliari no, in panchina ha un mostro sacro. Toccherà ai tre mister tirare fuori dalle rispettive rose il meglio per risollevarsi. Impresa difficile, non impossibile, già riuscita negli anni scorsi alla Salernitana ed all’Empoli.

Chiudiamo con la consueta segnalazione di un emergente. Stavolta non indichiamo un calciatore, ma un allenatore, mister Alberto Gilardino, avrà un futuro da prima fascia!

Alla prossima sosta, dopo la dodicesima di campionato.