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Mostra del cinema di Venezia: donne, migranti e natura

by Piera De Prosperis
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Si chiude l’80^ Mostra del cinema di Venezia. I premi sono stati assegnati. Cala il sipario. Ricapitoliamo i titoli dei film vincitori.

Leone d’oro per il Miglior film a Poor things (Povere creature) di Yorgos Lanthimos. Protagonista Emma Stone e nel cast Mark Ruffalo e Willem Dafoe. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray incentrato su Bella Baxter, una donna riportata in vita con un cervello da bambina che scopre la sessualità naturalmente, nel segno di una sua piena emancipazione.

Gran Premio della Giuria ad Aku Wa Sonzai Shinai (Il male non esiste) di Ryusuke Hamaguchi. Un dramma che, attraverso la microstoria di Takumi e sua figlia Hana che vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo, racconta di un gruppo di investitori che vorrebbe costruire un glamping di lusso, al centro della narrazione la necessità di rispettare la Natura e di trovare un equilibro con essa.

Matteo Garrone vince il Leone d’argento per la miglior regia con Io Capitano, che si aggiudica anche il premio Mastroianni al giovane attore emergente (Seydou Sarr), sul tema migranti. Letto però dalla parte di chi questi viaggi li affronta con il tormento, la sofferenza e la povertà, di chi ama la propria terra ma deve lasciarla affidandosi ad aguzzini senza scrupoli. Mamadou Kouassi che vive da tempo in Italia, a Caserta, ha ispirato con la sua vera storia la sceneggiatura del film di Garrone alla cui stesura ha collaborato.

Premio speciale della giuria a Green Border di Agnieszka Holland. “Non è stato facile girare questo film (…) È stata una lotta ma è stato un dovere“. Sono le parole della regista polacca che ha raccontato gli eventi al confine tra Polonia e Bielorussia dove i migranti siriani e africani vengono letteralmente rimpallati alle frontiere, con i diritti umani calpestati.

Coppa Volpi a Peter Sarsgaard per Memory e a Cailee Spaeny protagonista di Priscilla. A El Conde di Pablo Larrain il premio per la sceneggiatura. Felicità, esordio alla regia di Micaela Ramazzotti, premiato a Orizzonti Extra. Il Leone d’oro alla carriera è andato per la prima volta ad una donna regista, Liliana Cavani.

Cosa ha caratterizzato la mostra e quindi anche l’assegnazione dei premi? Il comune denominatore dei film presentati e dei vincitori sono stati temi di scottante attualità: il ruolo delle donne, i migranti, il rapporto uomo-natura. E del resto non poteva essere altrimenti. Stiamo parlando di autori, registi messaggeri di tematiche sulle quali è necessario riflettere alla luce di racconti potenti e coinvolgenti che danno voce a chi non ce l’ha.

La cultura è in campo. Il cinema di Venezia 80, mai come in questa edizione, si è proposto di contribuire a formare negli spettatori la consapevolezza che è necessario condividere le battaglie civili dei nostri tempi. Solo così, parlando alle coscienze, sarà forse possibile restituire dignità a chi ha meno diritti o a chi li vede quotidianamente calpestati.